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Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

giovedì 6 luglio 2017

Concorso straordinario di poesia: RICORDANZE . Seconda classifcata DANILA OPPIO

   Il circolo culturale Hostaria delle Immagini di Cortemaggiore (PC)  ha indetto una edizione straordinaria del concorso di poesia  dedicato agli importanti anniversari ricorrenti nell'anno 2017 suddivisi fra letteratura e storia.
Riporto solo la parte che riguarda la letteratura, poiché ho partecipato a questo concorso per la ricorrenza indicata in grassetto, relativa a Baudelaire.
   Letteratura:
-190 anni dalla morte di Ugo Foscolo
-60 anni dalla morte di Umberto Saba
-150 anni dalla nascita di Luigi Pirandello
-200 anni dalla morte di Jane Austen
-150 anni dalla morte di C. Baudelaire
-490 anni dalla morte di Niccolo Macchiavelli
Oggi ho ricevuto il premio: Targa personalizzata e Diploma d'Onore



La poesia che ha ottenuto il premio è la seguente:
                Ma ubriacarsi di qualcosa…
(A 150 anni dalla morte di Charles Baudelaire)

Baudelaire sognò…
Sognò d’affiancare
ai “Fiori del male”
poemi in prosa, brevi.
Poemi notturni, evocanti
l’atmosfera parigina
di malinconia grevi.
In quello spleen particolare.

Sono ancora fiori del male,
liberati dalle rime, dalla metrica,
e per tale motivo, il Poeta
non li raccolse, quasi da asceta,
come fosse poetica normale.
Prosa, come liberazione
messa a raffronto, con ragione,
all’essenza vera della poesia?

Così sognò, Baudelaire,
il miracolo della prosa poetica.
Una rapsodia in grigio, un’arbitraria
sequenza d’impressioni,
che fa volteggiare  nell’aria,
un senso di malinconica esistenza,
di quel che Charles definì flâneur
contrapponendolo al viveur.

Vagabondando incuriosito,
fra tavoli parigini dei bistrot,
il poeta s’immerse in un bagno
di folla, e tra le vie de La Ville Lumière
narrò del disagio, suo compagno.
Baudelaire vorrebbe cercar rifugio
non importa quando o dove,
purché in un diverso altrove.

S’interroga il poeta:

"Chi, di noi, non ha mai anelato
al miracolo d’una prosa poetica,
priva di ritmo e di rima,
eppur musicalmente elastica
adeguata ai movimenti
lirici dell'anima, alle ondulazioni
di un sogno sognato a occhi aperti,
ai sussulti della coscienza?

La raccolta dei poemi parigini
in prosa, contiene aneddoti,
confessioni, dialoghi, storie
madrigali, discorsi, mendicanti,
ragazze di strada, una rosa
formata da petali di memorie,
nel cui amaro calice,  racchiude
moltitudine e solitudine.

La sua immaginazione
è intrattenimento che distrae
il nulla che lo consuma:
"Non importa ciò che potrebbe
 significare la realtà fuori di me,
se mi ha aiutato a vivere,
a capire chi sono, commisto
all’avvedermi che esisto".

 “Occorrerebbe essere
 sempre ubriachi. Tutto è lì:
in quest’unica risposta. 
Per non sentire l'orribile fardello
che grava sulle spalle
e  spinge verso terra. Apposta
è necessario ubriacarsi
senza tregua. Ma di che cosa? 

Di vino, di poesia o di virtù.
Di tutto quel che si desidera. 
Ma ubriacarsi di qualcosa"
Esisti ancora, Charles, non temere,
rivivi nei tuoi splendidi florilegi,
Les fleurs, Petits poèmes en prose.
Le spleen de Paris, scrisse Le Figaro
E tra i tavolini dei bistrot.


Danila Oppio
Nota dell’autore:
Immersa nelle sue ultime parole, estatica,
questi miei versi assumono,
fortemente ispirati, e forse privi d’estetica,
una lieve espressione poetica, che mi ha inebriata
e che va a confondersi nella poesia prosastica.