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Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

martedì 22 luglio 2014

Un fiore alla finestra: silloge poetica di Tommaso Mondelli

Avevo mandato in ferie il blog, ma non posso postdatare questa bella notizia che pubblico in anteprima! 
E' appena uscita la nuova silloge di Tommaso Mondelli, che ho seguito passo passo! 
Prossimamente, darò visione di tutte le coordinate dell'Editore, non appena L'Argo Libro uscirà con un articolo dedicato all'evento.
L'autore così scrive: 
Un particolare e sentito ringraziamento è dovuto a Danila Oppio che ha letto, coordinato e revisionato la silloge, ne ha creato la copertina con amorevole cura, in sintonia coi suoi alti valori poetici, senza trascurare aggiustamenti e non pochi preziosi suggerimenti.
Troppo buono, non merito tanto! Complimenti vivissimi al poeta per la fluente produzione letteraria e poetica!




Prefazione alla silloge Un fiore alla finestra

Nasce spontaneo paragonare il poeta Mondelli ad un abile pasticciere, che sforna fragranti croissant, cotti al punto giusto, dorati e ben lievitati. Uso questo parallelo, perché il poeta scrive in rima con estrema facilità, tanto da aver completato questa raccolta in brevissimo tempo. Ed ha così raggiunto la nona silloge poetica e l’undicesima edizione dei suoi scritti, se aggiungiamo due libri in prosa.  Dove cerca l’ispirazione, se non nei fatti quotidiani, nei “pasticci” della politica e dell’economia mondiale, o piuttosto nei ricordi mai cancellati e sempre vivi nella memoria?
La meraviglia è grande - presupponendo che comporre innumerevoli poesie, condurrebbe all’incorrere nel rischio di ripetersi - ma non è questo il caso dell’autore, i cui versi sono sempre nuovi e, come specchi, riflettono squarci di vita.
La sottile ironia, nel guardare al mondo attraverso la lente d’ingrandimento, e scoprirne i difetti, gli errori, per poi tramutarli in quartine, così come accarezzare i ricordi, è per il poeta un gioco a rimpiattino, scherzando con i versi. La musicalità non manca, le sue rime sono alternate, come certi passi di danza dalle dolci movenze. Per analogia, nel Cirano De Bergerac di Edmond Rostand, che alla fine della licenza tocca, Mondelli usa il fioretto linguistico, vere e proprie sferzate di simpatica satira, o di arguti frizzi!
Non può mancare un aneddoto a sottolineare quanto, per l’autore, i ricordi abbiano una grande valenza. La foto di copertina di questa raccolta rappresenta la casa natia del Poeta. Una casa dall’aspetto vetusto e dall’aria abbandonata. Qual è uno degli aspetti di una casa disabitata? Secondo Mondelli, ma anche a mio avviso, questo accade quando manca un fiore alla finestra. I fiori hanno bisogno di attenzioni, e non possono sopravvivere, se nessuno si prende cura di loro.
Il poeta lo esprime in modo chiaro, in queste due quartine:

Con la testa abbassata
Ti segnala che ha sete
Tu non far l'intronata
Mesci l'acqua di rete.

Lui saluta i passanti
Dice: qui c'è l'amore
Se felici, con quanti
Han la gioia nel core

Bisogna prendersi cura di un fiore, esattamente com’è necessario rinfrescare la memoria. Non si cancella il passato, poiché fa parte della nostra storia personale. Va conservato con cura, irrorato con l’acqua dei ricordi, nutrito con l’amore di un poeta.
Così “il fiore alla finestra” l’ha posto l’autore, titolando in questo modo la presente silloge, e introducendola con la poesia che ne porta il titolo. Che vuol rappresentare realmente quel fiore, se non il vivo ricordo dell’infanzia?  Per l’autore non erano sufficienti il solo titolo dell’opera e la poesia. Ha espresso così il desiderio di poter aggiungere un fiore nell’immagine di copertina cui appariva una finestra spoglia, chiedendomi se fosse possibile dipingerne uno. Cosa fattibile con un programma particolare, ho così reso concreto il desiderio del poeta, ed ora quella casa pare abitata, se non da lui, almeno dai suoi vividi ricordi, che tornano in altre composizioni all’interno della raccolta.
Il fiore alla finestra rappresenta quindi la presenza reale della memoria, che lo scorrere del tempo non potrà mai cancellare.

Danila Oppio

lunedì 21 luglio 2014

IL BLOG AUGURA...



che andiate al mare o in montagna, sia per voi motivo di riposo mentale e fisico.
Gironzolando mi ha chiesto di offrire anche a lui un po' di vacanza...ed io lo accontento volentieri!



sabato 19 luglio 2014

Gradini di silenzio


Ho gettato gli occhi nell'abisso
dove farfalle d'arcobaleno migravano
su semi assiderati dal freddo
quando l'amica luna tentava
di avvolgerle per amore

Un vulcano vicino intonava
la sua vita e lo stillicidio
delle sue lacrime purpuree
sapeva di genesi, di ricostruzione
in una vita dimenticata

I gabbiani erano indifferenti
come i merli infreddoliti
privati del loro canto
invito alla meditazione
come girasoli senza la luce

E il cielo s'adombrava
dei suoi grigiori e la pioggia
nenia strappata ad un'arpa violata
bagnava ormai quelle anime in fuga
come terra squarciata nel suo ventre

E la terra, l'amara terra
rigurgitava ondate di solchi
puzzolenti di civiltà avanzata
mai pentita delle sue lordure
fatui monumenti al non senso

E i lunghi silenzi dell'anima
e i rumori dei corpi ingannati dal tempo
m'accarezzavano come batuffoli di nuvole
avvolte da filamenti d'infinito
come vento gentile di primavera

Ed ora passeggiando in questi gradini silenti
ho ritrovato spirito ed essenza
mentre un treno alato di pensieri
ingoiava gallerie d'assurdo
dove l'umanità intera leniva i suoi dolori

Gavino Puggioni
Da Nelle Falesie dell'anima

Antologia Lune dì Poesia



Autori Vari
Titolo: Lunedì Poesia
Editore: L’ArgoLibro
Anno di pubblicazione: 2014
Numero pagine: 88
Disegni originali di Rossana Fresenga
Introduzione di Giulia Stefanini
Copertina: a colori, cartoncino brossurato
Formato: 14,5x21
Progetto grafico: MITO graficamito@gmail.com
Codice ISBN 978-88-98558-28-5
Prezzo di copertina euro 12,00
Spese di spedizione euro 3,63 (raccomandata postale)
Per info e ordini: 
largolibro@gmail.com 


Continua con grande successo il concorso per poesie “Lune Poesia”, che offre grande visibilità – e quindi possibilità di condivisione  – sia on line che sul cartaceo. La formula scelta dall’Associazione “Gli Occhi di Argo” stimola gli artisti e tutti i lettori a “far rete” per uno scambio sempre più proficuo e coinvolgente.
L’arte chiusa in se stessa diventa inevitabilmente ripetitiva e quindi sterile, prima o poi. C’è bisogno, invece, di “reciproca contaminazione”, che può nascere solo da un’attenzione sincera all’opera altrui. Con questo spirito di fondo, il concorso “Lune Poesia” (sempre attivo, trovate il bandocliccando qui) da oltre due anni è un punto di riferimento costante nel tempo per chi non cerca vetrine auto-referenziali ma, al contrario, autentiche occasioni di incontro.
L’introduzione di Giulia Stefanini e i disegni di Rossana Fresenga si accostano alle recensioni critiche scritte ad hoc per ogni componimento e impreziosiscono ulteriormente un’opera collettiva sempre aperta a nuove considerazioni e condivisioni attraverso gli indirizzi e-mail, affinché nel tempo il progetto trovi sempre nuovi riscontri.
La seconda uscita antologica (qui trovate tutte le info sulla prima uscita) contiene trentanove componimenti di venticinque artisti: arte da leggere, rileggere, condividere.
Ecco l’elenco degli autori e delle opere inserite.

- Francesca Soriani: “Black out”;
- Marise Gallo: “Giochi di volti”;
- Piero Santamaria: “Quel che rimane”; “L’ultimo sole”; “Amanti”; “Nuovi giorni”;
- Enrico Barigazzi: “Non dimenticare il vecchio Buk”; “Geisha”; “Assenzio”;
- Angela Ambrosini: “in piedi sulla riva”;
- Elisabetta Mattioli: “Anche io”; “Non dimenticare di spogliarti”;
- Giovanni De Simone: “Sogni”;
- Monica Fiorentino: “Il cielo sopra la guerra”; “P.S. Ti amo”; “Angeli senza memoria”; da “La cicogna dalle calze rosse”; “White rose”; da “La cicogna dalle calze rosse”;
 - Mariazzurra Lai: “Donna Notte”;
 - Amalia Leo: “Violenza”;
- Milena Esposito: “Se piuma fosse”;
 - Giulia Stefanini: “Rifugio”;
 - Danila Oppio: “Vela latina”;
 - Giuseppe Milite: “L’isola dei conigli”; “Tristezza”;
- Giovanni Montini: “Eva”; “Ombra”; “Multiverso”;
- Elisa Rigonelli: “Terre lontane”;
- Giacomo Ferrari: “La morte della luna”;
 - Gerardo Masuccio: “Dinanzi al Colosseo”;
 - Sandra Ludovici: “La nave spazioale”; “Nell’ombra”;
 - Luisa Barana: “(sola mi capita di camminare)”;
- Maria Teresa Sacco: “Ventilano le foglie”;
- Francesco Sicilia: “L’amore cura”;
- Liliana Amenta: “Sotto lo stesso cielo”;
- Milica Vukivecic: “Schizofrenia”;
- Antonio Ciervo: “Frammenti di pensieri”.


La poesia di Danila Oppio che fa parte dell'antologia è la seguente:







Vela latina


Ho accarezzato il cuore l' anima il viso
Tutto quanto di più sensibile
Ti appartiene, da ambigue lontananze
Eteree immense eppur attigue

Ormeggiata la mia barca al porto
Paventando tempeste e marosi
Rinuncio a intraprendere
Itinerari sconosciuti e avventurosi

Al richiamo del rabbioso vento
A questa mia imbarcazione
La direzione all’istante inverto
Prendendo con audacia il largo

Issata la vela latina, mi abbandono
In quella ricerca di cosa non so
Ma che almeno mi porti lontano
Dall’immensa profonda solitudine
Che i miei giorni avversa









giovedì 17 luglio 2014

Dal diario del tempo


Ho ricevuto un’altra lettera, era strana,
una di quelle che non ti aspetti
anche se viene dal fronte ormai infuocato
di quell’Amore che sembra assopito.
La busta era chiusa e non era nemmeno bianca
Cercai di aprirla, si attaccava alle dita
che già tremavano perché sapevo
o immaginavo quel che conteneva
Strappai la busta, allargai il foglio, sciupato
forse da lacrime non ancora prosciugate.
Respirai profondo leggendone il contenuto
che diceva:

Sono fermo, immobile, sono seduto su una pietra fatta a pezzi da un cecchino
che dopo è fuggito, là, dietro il nostro fronte che ormai puzza di anime incenerite.
Ed io sono rimasto solo, con questa matita quasi spuntata
e sto cercando di scrivere leggero per consumarla di meno.
Mi hanno attraversato decine di corpi, feriti in tutte le parti,
chi senza gambe, chi senza braccia, chi senza niente in testa,
solo una flebile vista per scappare ancora verso il proprio Infinito, mai incontrato.
Son riuscito a salvare il mio cuore dietro un muro di odio, fatto di cemento,
crollato subito dopo la mia fuga verso un non so dove, in un momento.
Ora sono qui a scriverti questa mia con la quale chiedo aiuto a tutto il Mondo
perché, sì, io mi sono salvato, ma tutt’intorno a me s’è scatenato, lontano,
un cataclisma di uomini scarlatti che si fanno la guerra
con pugnali, con lance acuminate e luccicanti
e a me sembra davvero che siano diventati tutti matti.

A fatica mi metto in piedi, sono ancora solo e una nuvola mi si avvicina.
M’appare scura e m’allunga una sua mano dalla quale fa grondare
tanta di quell’acqua piovana da ripulire tutto, anche il pastrano
che mi riparava dal freddo intenso di questa mattina.
Uno spicchio di sole, ma è già mezzogiorno, m’accarezza il corpo,
privato da ogni sentimento che provo a ricostruire, ma non ci riesco
ed ho paura di non fare in tempo a finire questa missiva
che può viaggiare solo con la luce, al buio no, ché spiriti maligni
se la porterebbero via ed io non posso nemmeno protestare.
Sono sempre in aride pianure di quell’Indifferenza
che uccide e umilia ogni presenza umana.
Ah! ci fosse vicino il mare a cui affidare la solita bottiglia
con dentro questo messaggio!
Invece no, niente di tutto quello che vorrei che fosse,
avvinghiato al  Nulla, sopra questa altura
dove ammiro l’Universo che mi circonda, anch’esso solo,
pieno di menzogne, di utopie vecchie e nuove,
tramandate di vita in vita, senza speranza alcuna
di raggiungere attimi di pace, non dico di allegria,
sopra e sotto questa terra sempre scossa dall’infelicità degli uomini,
alla ricerca della loro essenza ormai chiusa in casseforti
di cui si son perse anche le chiavi.
Mi è rimasto un po’ di coraggio in mezzo a tutta questa confusione.
Non ricordo e non ho la data, l’ora e il giorno che mi sta tenendo compagnia,
ma sono sveglio e l’azzurro del cielo mi ricopre della sua coltre che mi da
caldo e freddo, in questa solitudine, dipende dal mio pensiero.
“Surge et ambula” odo strana e lontana questa voce che non è la tua
E’ quella del Signore che diceva al suo Lazzaro di continuare
a calpestare terra e fango, anche nel dolore, senza memoria,
come in un salmo dedicato all’eterna gloria.

Mi sono distratto, ma ero incantato da quel silenzio che parlava a voce alta
tra raffiche di vento abbracciate ai miei pensieri  di anima vagante
che scrive niente al mondo che non sente la sua presenza
ormai diventata trasparenza.
Da questo letargo di parole vuote vorrei fuggire
per dirti che quello che ho scritto fa parte del mio passato,
vissuto come ho potuto, sempre innamorato della vita
e di quel tanto o di quel poco che essa mi ha donato.

Come vedi e siccome m’illudo di essere un poeta,
finisco e cado spesso in qualche rima, trascinata, forse,
da una poesia superata dalle manie  culturali,
nella quale tuttavia io ancora credo e spero di non abbandonare mai.
Sai, adesso sono pure un po’ stanco, ho anche freddo
e brividi di nostalgia, voglio ritornare quanto prima alla terra mia
dove la Verità, quella degli uomini, delle donne e dei bambini
è stata cancellata dalla violenza, dalla finta opulenza,
consumata ora come usanza di vivere una vita troppo in fretta.

Anche la mia matita si è consumata ora e non so se ne sia contenta.
Ma faccio in tempo a dirti, a dire a voi che godete, che urlate e fate baldoria
Abbiate quella forza, quel coraggio di stare un po’ da soli,
privi di fronzoli inutili e dell’effimero presente.
Meglio nudi con la propria pelle sana
che vestiti di abiti maleodoranti, magari costruiti da innocenti mani.

Gavino Puggioni
Da Nelle Falesie dell'anima
Questa poesia è già stata pubblicata con il titolo Un''altra lettera
Segnalato al Concorso Nazionale LA VITA IN PROSA 2° Edizione, organizzato da Dedalus di Ivano Mugnaini