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Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

lunedì 31 ottobre 2016

Prima e dopo (una separazione)

Edvard Munch: il giorno dopo
Prima e dopo
 (una separazione)

Prima il loro letto
era sempre disfatto
ora è freddo, perfetto
il di lei volto sfatto.

Prima litigavano
per poi fare pace
adesso si trovano 
senza un “mi spiace”.

Prima poetici canti
e sussulti d’amore
ora lacrime e pianti
tristezza nel cuore.

Lei l’ama ancora
con vero trasporto
lui, invece l’ignora
e non le dà ascolto.

Questa la storia
 ed è certo che accada
s’è senza memoria
persa per strada.

Danila Oppio


lunedì 24 ottobre 2016

Demain dès l'aube di Victor Hugo






Una strana coincidenza, che deve nascondere un arcano significato che in questi giorni, mi si presenta. Il libro di poesie dal Prati, vecchio di 160 anni, porta la data di stampa anno 1856, questo stessa raccolta poetica di Victor Hugo, riguarda il periodo che va dal 1845 al 1856, anche se è stato stampato anni dopo. Quindi quell'anno 1856 mi sta dicendo qualcosa. Ma cosa? Mistero misterioso, intanto gustate questa bella e triste poesia dello scrittore francese.
Demain, dès l'aube
Demain, dès l'aube, à l'heure où blanchit la campagne,
Je partirai. Vois-tu, je sais que tu m'attends.
J'irai par la forêt, j'irai par la montagne.
Je ne puis demeurer loin de toi plus longtemps.
Je marcherai les yeux fixés sur mes pensées,
Sans rien voir au dehors, sans entendre aucun bruit,
Seul, inconnu, le dos courbé, les mains croisées,
Triste, et le jour pour moi sera comme la nuit.
Je ne regarderai ni l'or du soir qui tombe,
Ni les voiles au loin descendant vers Harfleur,
Et quand j'arriverai, je mettrai sur ta tombe
Un bouquet de houx vert et de bruyère en fleur.
(da Les Contemplations; poesia in memoria della figlia Léopoldine, morta tragicamente nel 1843, neppure ventenne, annegata durante una gita in barca)
Domani all’alba
Domani all’alba, nell’ora in cui biancheggia la campagna,
partirò. Vedi, so che mi aspetti.
Vagherò attraverso la foresta, vagherò per la montagna.
Non posso restare lontano da te più a lungo.
Camminerò con gli occhi fissi sui miei pensieri,
senza vedere niente al di fuori, senza sentire alcun rumore,
solo, sconosciuto, la schiena curva, le mani incrociate,
triste, e il giorno per me sarà come la notte.
Non guarderò né l’oro della sera che tramonta,
né le vele che in lontananza discendono verso Harfleur
e quando arriverò, metterò sulla tua tomba
un mazzo di agrifogli verdi e di erica in fiore.
Victor Hugo
(traduzione di Dolores Haze)

domenica 23 ottobre 2016

La storia di LIBRO di Danila Oppio

Buongiorno!
Il mio cognome è Libro, e vorrei raccontarvi la mia storia, o almeno quanto la mia attuale amica è riuscita a ricostruire.
Ho esattamente 160 anni, essendo nato da mia madre Carta e da mio padre Tipografo, a Torino, nella clinica della Società Editrice Italiana, nel lontano 1856.
Chi mi ha tenuto a battesimo, è stato i poeta Giovanni Prati, che ha fatto imprimere sulle mie pagine, le sue NUOVE POESIE. Sono il suo secondo figlioccio (Vol. II) e come nome mi ha insignito il titolo di Ballate.

Non ricordo chi sia stato il mio primo acquirente (l’età non me lo consente) so per certo che mi ha veramente usato, tant’è che mi ha spogliato del mio cappotto, lasciando le mie pagine senza copertina. A quel tempo chi scriveva usava penna e calamaio, e ne so qualcosa io, che ne mostro chiassose macchie sulle prime pagine! Dicono però che questo è simbolo di valore…faccio parte dell’antiquariato librario, vero onore per me!
Solo che, per mia disgrazia, sono finito su di una bancarella di libri usati e, se non fosse stato, il mio ultimo acquirente, appassionato di poesie, tra cui quelle del Prati, forse sarei finito bruciato o buttato nella carta straccia. Molti non sanno apprezzare il valore di tipi come me. Tommaso sì, e quindi mi ha portato a casa sua, dove sono stato sfogliato con cura, letto e apprezzato.
Tommaso ha parlato di me anche con Dani, le ha fatto conoscere alcune poesie stampate nelle mie pagine interne e, intuito quanto lei avrebbe gradito stringermi tra le mani, mi ha spedito al suo domicilio.
Ora Dani ha scoperto e ammirato, inserite tra le mie pagine, fra una ballata e un’altra, alcune stampe delle incisioni realizzate da tre artisti che, all’epoca in cui sono nato, erano di chiara fama: Pietro Vajani, Giovan Battista Zambelli e Giuseppe Balbian. Lei ha notato la loro firma, ha eseguito delle ricerche e ha scoperto che appartengono a pittori e incisori di tutto rispetto.

Eh, Dani ama l’arte in tutte le sue sfaccettature, e quindi non si limita a fermarsi alla sola poesia! Ora sono molto contento di abitare con lei, che mi tratta come fossi in figlio prediletto, che mi guarda e sfoglia con infinito amore, perché ha capito che io non sono un tipo qualunque, che non ero destinato all’inceneritore. Eppure la gente tende a liberarsi di uno come me, pensando che ormai ho fatto il mio tempo, che mi presento attualmente macchiato, senza copertina, con le pagine ingiallite, spiegazzato. Insomma, sarei un vecchio da mandare in pensione, o forse, e anche peggio, da seppellire tra i rifiuti.
Lei invece mi ama, mi guarda con amore, mi tocca con delicatezza, per timore di sciuparmi ulteriormente.
Ora vuole rendere pubblica la mia storia, perché chi la leggerà, comprenda che un libro, anche se appare vecchio e insignificante, in realtà rimane sempre un bene di preziosa cultura, e testimonianza storica del tempo passato.
Dani ringrazia Tommaso, e con lui ringrazia Giovanni Prati, per aver scritto le ballate, dedicate alla figlia amata, e averle volute far illustrare da valenti incisori.
Un caro saluto a tutti voi, sperando che la mia storia vi possa far riflettere e a non eliminare un libro che a prima vista vi appare solo carta da macero. A volte riserva meravigliose sorprese.
E ora Dani vuol farvi un regalo: con infinita pazienza ha fatto scansione delle illustrazioni, le ha poi raddrizzate e fotografate, e adesso sono qui, da ammirare.

Danila Oppio















sabato 22 ottobre 2016

Amore eunuco di Danila Oppio

Johon William Waterhouse

Amore eunuco

La felicità è un nirvana,
finta oasi nel deserto.
Un miraggio incerto
Se lei fosse universale
Amore, ti avvolgerebbe
Nel modo più totale.

Ma …

le basta credere che
se ti potesse guardare
pur per un sol istante
alcun riguardo avrebbe
e nel  pozzo dissetante
dei tuoi occhi, si tufferebbe.

Entro un tuo sguardo
s’immergerebbe adesso
con effimera illusione
d’un carnale travolgente
dolcissimo amplesso.

Ma…

La felicità è un nirvana,
un miraggio incerto
una speranza vana
che incendia un’anima
assopita come brace
sotto coltre di cenere
e che scioglie lacrime
di sangue, e fa fremere
il cor, e non offre pace.

Danila Oppio
Inedita