L'incontro - il viaggio
Presentazione dell'Editore de L'argoLibro Francesco Sicilia
L’arte – quella vera, quella “sentita” e vissuta – dona all’artista una serie di capacità che forse, in potenza, appartengono a tutti noi, ma che poi solo l’artista (appunto) riesce a consapevolizzare, a portare alla luce, a mostrare a se stesso e agli altri.
Tra i tanti doni, c’è anche quello dell’incontro profondo e fecondo con altri artisti, perché il linguaggio comune che viene sviluppato consente di “conoscersi e riconoscersi” al di là delle convenzioni, delle maschere, delle consuetudini che allontanano o quanto meno tengono a distanza.
Gli artisti, invece, sanno che oltre le apparenze c’è tutto un mondo intimamente gratificante.
Così ci si incontra a livelli profondi, a volte, ed è questo che è accaduto anche a Danila Oppio e a Tommaso Mondelli, due grandi artisti della parola e (nel caso di Danila) dell’arte visiva. Artisti che nel tempo hanno consolidato e raffinato tecniche, linguaggi, capacità, e a un certo punto della loro vita si sono incontrati. Le linee della loro arte si sono intrecciate, riconoscendo un comune terreno nel quale si muovono, si spostano, agiscono, operano.
È un istante sempre particolarmente gratificante, quello in cui due sensibilità particolari scambiano emozioni e saperi (un sapere, in questo caso, non razionale) che potenziano ulteriormente ciò che ne può scaturire.
Il “Canto a due voci” è opera d’incredibile e genuina forza artistica, come tale capace di trasmettere al lettore la possibilità di riflettere. Cosa ben diversa, questa (anzi, diciamolo: diametralmente opposta), dal linguaggio sempre più aggressivo e invadente di quasi tutti i mass-media, che misurano la loro efficacia in base alla capacità di saper con-vincere schiacciando l’altrui capacità critica, in un infinito spot pubblicitario martellante e spersonalizzante.
Agli antipodi di questa miseria umana (come definirla altrimenti?) è l’arte, voce limpida che invita alla riflessione con rispetto e autentica partecipazione all’opinione altrui.
Lo scambio che avviene è stimolante, redditizio, ma di un guadagno interiore che è infinitamente più solido e duraturo degli arricchimenti materialistici.
Tommaso Mondelli: sagacia, leggerezza, ironia, umorismo, musicalità. Danila Oppio: delicatezza, profondità, umorismo, sensibilità femminile, empatia.
Con queste particolarissime “armi”, e con una grande bravura che non finirà di gratificare il lettore nemmeno dopo mille letture (anche per questo motivo, l’arte è e sa essere lontana mille miglia da qualsiasi concetto di consumismo), Tommaso e Danila ci trasportano e ci accompagnano in una visione della società e della vita che ha il potere benefico di “rallentare” il nostro sguardo spesso – troppo spesso – frenetico, superficiale.
Tra gioie e dolori (anche acuti, estremi), slanci e riflessioni, ricerche e scoperte, si fa strada questo “viaggio a due” che fin dalla prima pagina abbraccia tutti, tutti i lettori che si lasciano andare.
Voglio concludere queste brevi considerazioni con le prime parole che mi sono venute alla mente leggendo i versi che seguono: Tommaso è acuto, Danila possiede il dono immenso dello sguardo allargato. Due considerazioni, queste, inevitabilmente parziali e riduttive (anche se per me sono qualità indispensabili, in un artista), ad esse ne seguono molte altre, avanzando nella lettura. Questi sono solo i miei personali tasselli iniziali per “avviare” il mosaico di quest’opera. Ogni lettore, ne sono certo, riconosce i suoi, dai quali partire per un viaggio che non finirà mai di arricchire.
Francesco Sicilia
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