Presentazione di ELIZABETH
(MODENA BUK FESTIVAL, domenica 22/02/2015, ore 17:30, Sala TIGNOUS)
Questo romanzo, quando era inedito, ha viaggiato un po’ per l’Italia ricevendo riconoscimenti prima al sud (nel 2009 è 4° al Concorso “ IL SAGGIO “, indetto dal Centro Culturale Studi Storici di Eboli) poi al nord (è finalista al “ JACQUES PREVERT “ 2010 a Milano) e infine al centro: si ferma a Empoli, il 26 settembre 2010, a raccogliere il Primo (e unico) premio nella Sezione Inediti per Cinema, Teatro e TV.
Da un pezzo è pubblicato. Pubblicato e sconosciuto. Eccolo qui.
E’ già stato al Salone del Libro di Torino e a quello di Roma.
Ha viaggiato all’estero, ed ecco che sono nati i segnalibri con testo multilingue… Anche se finora ELIZABETH è stata solo a Francoforte e a Londra ( in particolare a Buckingham Palace, come omaggio alla Regina Elizabeth-Lillibeth, per il suo giubileo), esistono segnalibri in spagnolo e francese, in russo e in arabo. E fra poco sarà pronta la versione in cinese.
E’ la storia di un uomo di 40 anni che vive completamente solo con se stesso, finché non incontra una bimba di 4 anni e inconsciamente se ne innamora.
No, non è il vago remake italiano di Uccelli di rovo, Padre Ralph e la sua Maggie…
[ la cui prima edizione originale è del 1977, io ho scritto la prima parte di Elizabeth tra il 1969 e il 1973 ] Come scrittore mi provo a inventare qualcosa di nuovo.
Il nostro uomo si chiama Trent e la bambina è Elizabeth.
Fra loro s’instaura un silenzioso legame fatto di rispetto e di affetto, sono istintivamente amici e complici, un legame anche possessivo e tenace: i due trovano insopportabile essere separati.
Eppure la vita, come l’età, li metterà lontani l’uno dall’altra.
E mentre Trent invecchia, Elizabeth cresce e diventa donna.
Solo allora si ritroveranno.
Dopo un lungo percorso che intanto ha cambiato le loro esistenze.
La vicenda si svolge tra il 1923 e il 1938 (con un leggero accenno alla crisi del 1929) in molti luoghi diversi, da Firenze agli Stati Uniti, con una puntata a Dublino e un finale in Toscana.
Ma non sono i luoghi geografici, la cosa importante sono i luoghi dell’anima e del desiderio che si agitano dentro ai protagonisti.
C’entra molto il treno, in questo libro:
E’ a causa di un disastro ferroviario che Elizabeth perde entrambi i genitori e Trent diventa il suo tutore.
E’ grazie a una vecchia locomotiva di paese che Elizabeth ormai adulta ritorna da Trent.
Il treno c’è entrato molto anche nella mia vita di lavoro per 34 anni in giro per l’Italia e, se lo sciopero di oggi non veniva sospeso, un treno non mi avrebbe portato qui [pag.48].
Elizabeth che se ne sta proprio per poco calmina e tranquillina. Infatti così esploderà verso Trent [pag.51.
Finora questo romanzo non ha avuto futuro, nonostante la bella premessa del premio che ha vinto: Miglior inedito per Cinema Teatro e Tv nel 2010 e prima targa MARIO VERDONE.
Ma questo piccolo romanzo qui, Elizabeth, è nato proprio per essere esploso nelle immagini di un film, diventare una fiction o essere interpretato a teatro.
Questo resta il mio sogno da che l’ho messa in un libro: che Elizabeth non resti sola e rinchiusa fra le pagine che parlano di lei.
Se qualcuno è interessato al libro può trovarlo nello stand della Ibiskos-Ulivieri. E qualora fosse esaurito può direttamente ordinarlo lì. So che, una volta tanto, rimangono pochissime copie. La Casa Editrice, qui rappresentata dalla Signora Alessandra Ulivieri, sarà lieta di ristamparlo per voi.
Brani:
(pag 48) Il Treno che riporta Elizabeth
Prima il fischio, poi le grandi volute di fumo denso e grigio-bianco intriso di vapore, emersero dal verde e finalmente anche la vecchia caffettiera coi suoi tre vagoni al seguito, bucò il fogliame spargendo il suo aroma di carbone e ansimando sudore acqueo sulle rotaie.
Trent sentiva l’odore del treno come quello di un animale vivo. Che si fermava a sostare in quell’oasi di pace, a prendere un po’ di riposo. Gigante di ferro con un grande camino che adesso cominciava a respirare più adagio. Ma che restava a testimoniare la sua forza colossale.
La si sentiva più qui, dove c’era un solo binario, che nelle grandi stazioni dove il via vai di treni toglie loro identità.
Qui, la piccola vaporiera odorosa di ferro e carbone e delle foglie che aveva involontariamente tosato uscendo dal bosco, era un grande personaggio. Era lei la primadonna. Sul binario ancora invaso dal suo vapore.
E da quel vapore, come da una nebbia d’altri tempi, uscì Elizabeth.
(pag 51) Quello che Elizabeth può finalmente dire al suo ‘zio Trent’
«Ti ho amato come un padre, come uno zio, come un grande amico! Come qualcuno che mi ha dato tutto di sé appena ne manifestavo il bisogno. Tutto, tranne il vero affetto delle sue braccia, il calore dei suoi baci, le parole che riempiono il cuore.
E’ stato un amore senza vita, il tuo, ma capisco il perché. Senza mantenere il distacco, forse le tue mani, la tua bocca, i tuoi sguardi, si sarebbero adoperati per sopraffarmi, per rendermi succube di te.
Ti ringrazio del tuo rispetto, se tu non l’avessi avuto io forse adesso non potrei parlarti così, sentirti così.
Ma non ne posso più del tuo sacrificio che è diventato da tanto anche il mio. Ci hai coinvolto anche me nella tua rinuncia: hai lasciato il mio cuore senza voce, la mia mente senza luce, la mia anima senza pace. Possibile che tu non possa dirmi quello che io ti sto dicendo, almeno adesso? Sono solo due parole: TI AMO»”
Ed ora, una piccola galleria fotografica relativa all'evento.
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