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Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

sabato 20 ottobre 2012

SEMPLICI CONSIDERAZIONI SULLA SCRITTURA



Non ho nessuna pretesa di voler insegnare a scrivere a chi è più esperto di me, ma credo di sapere come ci si orienta in tal senso.
C’è chi scrive di getto: desidera mettere nero su bianco, tutti i suoi pensieri, siano essi in versi, prosa, saggistica, storia, letteratura, romanzi e quant’altro.
C’è chi scrive meditando molto, e tenendo costantemente il dizionario dei sinonimi e contrari, il vocabolario, i  testi  bibliografici inerenti il progetto di scrittura, accanto a sé, e non si azzarda a posare una sola parola sul foglio e nel programma word del pc, se non ha prima analizzato ogni singola parola.
C’è chi scrive frasi brevi, sintetiche, e chi si dilunga in panegirici da capogiro.
C’è chi non rispetta la punteggiatura, costringendoci a una lettura senza respiro, e chi invece mette punti e virgole a ogni piè sospinto.
Potremo andare avanti all’infinito, ma queste mie considerazioni vogliono solo affermare che colui o colei che scrive, ha il sacrosanto diritto di mantenere un suo proprio stile, esattamente come un pittore dipinge con la tecnica imparata e con estro personale.
Può piacere un autore, oppure parerci di una noia mortale, può divertirci o farci sbadigliare, sta a noi scegliere chi scrive nello stile e nel contenuto che più ci aggrada. Ma non sta a noi giudicare, poiché ciò che ci piace, può non piacere ad altri lettori, così come ciò che non ci piace, può accogliere il consenso altrui.
Allo stesso modo ci si accosta a un quadro: neoclassico, preraffaellita, dadaista, impressionista, naif, futurista, astratto, barocco, classico, romantico, verista,  surrealista…tanti sono gli stili e le correnti artistiche, alcune possono incantare, altre non trasmetterci nessuna emozione. Ma hanno tutte il diritto di esistere.
E’ chiaro che le ripetizioni, l’abuso di aggettivi e di locuzioni avverbiali  andrebbero evitati ma, in certi frangenti sono necessari. L’importante, è non scrivere in modo sgrammaticato, e con un lessico alla portata a tutti. Il politichese e l’ecclesialese, sono incomprensibili dalla maggior parte dei lettori…meglio evitare!
Così come è necessario sottrarsi all’eccessivo uso di avverbi che finiscono in “mente”: evidentemente, assolutamente, conseguentemente, eccezionalmente…
Talvolta servono, come “improvvisamente” o “causalmente”, ma in un testo, sarebbe meglio trovare un escamotage per ovviare a certe rime! All’improvviso, resta evidente, in modo assoluto, di conseguenza, in via eccezionale…potrebbero essere sostituti appropriati. O usare – e in questo caso sono consenziente . il famoso dizionario dei sinonimi, ovviamente (!) se non arriva subito in mente (ecco la rima!) qualche sinonimo adatto allo scopo.
Terminata la mia breve lezione sulla scrittura, che nulla aggiunge a un buon testo di sintassi e grammatica (gli errori ortografici sono orribili!)concludo, rivolgendomi agli esteti, di non penalizzare troppo coloro che, colmi di buona volontà, tentassero di esprimere il loro pensiero dedicandosi alla scrittura! Anzi, sollecitateli, poiché se è vero che di scrittori ne è pieno il mondo, così come di gente che scrive, è altrettanto reale l’esigenza di comunicare sensazioni, emozioni, sentimenti o esperienze di vita.
BUON LAVORO A TUTTI!
Danila Oppio

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