Acchiappavo orchidee
in un lago gelato
ferito da stralci di fulmini
in festa
Sentivo profumi
di altra vita
scivolando tra cancelli
blindati dal pensiero umano
Urla, rumori, giganti di paura
mascherati da agnelli innocenti
mi trascinavano in albe di fuoco
affacciate sulla terra devastata
Spingevo il corpo in quell'altrove
dove immaginavo una natura diversa
da questa, oltraggiata,
senza l'acqua dell'amore
Ma la marea nera opulenta
violenta e prepotente
indeboliva sempre più gli argini
dove poveri astanti aspettavano nuova luce
Nel delirio non trovavo forze
solo debolezze e lamenti
che il cielo controllava
e con ansia cercava nuvole
per oscurare quel male
umano, civile e incontrastato
quello che produce, da solo,
la forza del nulla
e del suo esatto contrario.
Gavino Puggioni
Da Nelle falesie dell'anima
Poesia intensa e profondamente sentita. Il mistero dell'essere, del bene e del male che ci avvolge e che non possiamo fare a meno di accettare...
RispondiEliminaUn caro saluto
Giovanna