|
Siamo lieti di informarVi che abbiamo pubblicato l’Ebook di cui alla copertina allegata.
Questo è il primo link dove lo trovate in vendita:
Gentile Autore,
Siamo lieti di informarLa che abbiamo pubblicato il Libro di cui alla copertina allegata.
Questo è il link del nostro sito dove lo trova in vendita:
Tra pochi giorni, anche ricercando su Google il codice ISBN: 9788867336081 troverà i link degli altri store on line dove è acquistabile.
Sono lieta anch'io di rendere visibile attraverso questo blog, Fiabe & Favole.. L'edizione aderisce al progetto NON SIAMO SOLI.
In questa antologia ci sono tre mie piccole opere, che riporto qui sotto:
Favoletta per la notte
In un bosco di elci
Lungo viottoli
lastricati da selci
E bordati da felci
Viaggiavano piccoli elfi
In groppa ad alci
Incoronati da corna
Con molti palchi
Sopra di loro
Fendevano il cielo
Due splendidi falchi
Era una notte incantata
Dipinta di sogni e di fiabe
Ma quando un raggio di sole
Squarciò il sipario del buio
E illuminò il mattino…
La sveglia trillò e il sogno
Si dileguò
Col suo bosco di elci
Il vialetto di selci
Bordato di felci
Percorso da piccoli elfi
In groppa ad alci
Dalle corna con molti palchi
Sorvolati
da due splendidi falchi
Buongiorno mattino!
E’ già l’ora del cappuccino.
I VESTITI DI MARA
C’era una volta una mamma che voleva un mondo di bene alla sua bambina, e per lei avrebbe costruito ponti d’oro.
Appena vedeva un vestitino in vetrina, che giudicava adatto ad essere indossato dalla sua Mara, lo comperava e tutta contenta glielo mostrava alla piccola.
“Non mi piace!” - Gridava Mara, pestando i piedini – “Lo volevo rosso e questo è blu!”.
Allora la mamma andava dal negoziante e lo faceva sostituire da un abitino blu, ancora più bello del precedente.
“Non mi piace, non lo voglio!” Urlava Mara.
”Lo volevo con le maniche corte e questo le ha lunghe!”.
Allora la mamma si sedeva alla macchina da cucire, accorciava le maniche, e cuciva gli orli.
“Non mi piace neanche così! Aggiungici del pizzo bianco”
E la mamma, con santa pazienza, ritornava alla macchina da cucire, e applicava il pizzo.
E così per ogni altro capo di abbigliamento. modifiche da fare, se non quando addirittura Mara s’impuntava a non volerlo indossare.
Un giorno Mara, tornando dall’asilo, disse alla mamma:
“Ma lo sai che Lara chiede sempre un sacco di cose alla sua mamma? Le dice “Vojo questo, vojo quello, e la mamma, che le vuole bene, gliele compra”.
La mamma chiede a Mara:
“Ma poi, Lara è contenta di quel che la mamma le acquista?”
“Certo, perché lei sa cosa vuole! Mamma, è vero che io non sono come Lara, e che io non dico mai “vojo, vojo?”
Si cara, è vero, tu non dici mai “vojo vojo”, ma al contrario, dici sempre “non vojo, non vojo!”.
La mamma sospira, mentre s’incammina verso la cucina, e pensa:
La mamma di Lara ha meno problemi di me, nel gestire il rapporto con sua figlia! Almeno quando accontenta la sua bambina, sa di averla resa felice. La mia Mara è sempre insoddisfatta, insofferente, ed io non so più come fare per vederla felice. Qualsiasi cosa faccia per lei, non va bene, neppure se le cucissi un vestito tutto d’oro! Il mestiere di mamma è la professione più difficile del mondo!
La mamma di Mara decide di incontrare la mamma di Lara. Le spiega il suo problema, la difficoltà di accontentare la sua bambina.
- Sai cucire a macchina, vero? – Le chiede la mamma di Lara. Alla risposta affermativa, ecco che arriva il suggerimento:
- Acquista un sacco di iuta, uno di quelli per le patate e cuci con questo un vestito per Mara. Nascondi tutti gli altri e poi faglielo indossare.
- Ma sarà cosa impossibile!
- La colpa non è di Mara: se fa i capricci e tu l’accontenti sempre, lei li continuerà a fare. Dille che hai speso tutti i soldini per comprare i suoi vestiti, e che ora deve accontentarsi di indossare un sacco. E se non vuole metterlo, dille che uscirà senza vestiti. Vedrai come apprezzerà i suoi abitini, e i capricci resteranno tutti dentro quel sacco di patate.
Un Natale davvero speciale
Sarmina si trova sola a dover accudire a tre bambine, le sue figlie di 5, 3 e un anno. Accadde quello che capita sempre più spesso.
Suo marito Adan partì dall’Albania verso l’Italia, in cerca di lavoro, trovandolo presso un’impresa edile. Dopo qualche tempo, si fece raggiungere da sua moglie con le figlie Adana e Argjela e, baraccati in una fabbrica in disuso, si arrangiarono come poterono, in quegli stanzoni nei quali altri disperati condividevano gli stessi spazi.
Non vi era riscaldamento, né acqua potabile, né luce. Sempre meglio che dormire all’addiaccio. La paga di Adan non copriva che una parte di quanto occorreva per la sopravvivenza della sua famigliola, così fu loro offerto un pasto caldo presso la mensa della Caritas, oltre ad indumenti e coperte. Per quattro bocche da sfamare, non bastava. Inoltre era in arrivo la terza figlia.
Adan lavorava soprattutto in estate, quando i cantieri erano in piena attività, ma un malaugurato giorno, qualcosa non andò per il verso giusto. Il ponteggio sul quale Adan si trovava, crollò. Per l’albanese non ci fu scampo.
Arrivò l’inverno, nacque Alena e, in quel capannone dismesso, il freddo era insopportabile e ogni sorta di malattie in agguato. Un’anima buona mise a disposizione due locali modestamente arredati. Le piccole furono accolte al nido e scuola per l’infanzia, così durante il giorno la mamma poteva lavorare come colf a casa di Gemma.
Ma la sera, quando Sarmina rientrava in casa con le figlie, la solitudine e il dolore l’assalivano. L’assistente sociale s’impegnò come poteva, però nessuno dona mai il cuore per intero.
Natale è alle porte, bussa a quelle di tutti come all’uscio di Gemma. Lei sta pensando ai regali, agli addobbi, al pranzo speciale, come tutte le madri di famiglia.
Da anni è persuasa che il Natale abbia perso la sua vera configurazione. Oramai è solo una sarabanda di gesti inutili. Gemma ebbe un’idea che spera condivisa dalla famiglia. Il giorno è giunto, tutto è pronto.
La tavola imbandita e, sotto l’albero, tanti pacchetti luccicanti. Creata l’atmosfera, mancano solo gli ospiti. Gemma sale in auto e percorre qualche chilometro. Suona al campanello, un vociare di bimbi giunge alla porta.
- Ciao Sarmina, scusami tanto, ma ho bisogno di te.
- Oggi è Natale, signora Gemma, devo lavorare anche in questo giorno?
- Forse…
- Ma…e le bambine?
- Portale con te, chiudi l’uscio e andiamo.
Arrivata a casa, Gemma apre la porta e…sorpresa! Tutti i presenti corrono incontro a Sarmina e alle piccole, che coccolano subito. Sarmina rimane impettita poi chiede:
- Da dove devo cominciare?
- Coll’andare in bagno a lavare le manine alle bimbe e poi…a tavola!
Le bambine non avevano mai visto un albero di Natale e neppure il presepe. Mille domande, tante risposte. Finito il pranzo, e consumato il dessert, una vera novità per le bambine, Gemma dice alle piccole:
- Andate sotto l’abete, quei pacchetti sono per voi.
- Ma signora Gemma – interviene Sarmina – quali?
- I regali sotto l’albero di Natale sono tutti per voi.
Gemma era certa che Adana, Argjela e Alena non avevano mai avuto un giocattolo, inadeguato alle possibilità economiche della mamma.
- E per voi nulla? – Chiede Sarmina.
- Il nostro regalo l’abbiamo già ricevuto. Siete voi il nostro dono speciale! E’ leggere la felicità negli occhi delle tue bambine! Credimi, Sarmina, è il Natale più bello che abbiamo trascorso da anni. E tutto per merito tuo.
Lo spirito del Natale non si riveste di luci splendenti, di festoni luccicanti, e non si nutre di cibi opulenti. Il suo significato più profondo è racchiuso in una sola parola: Amore.
Danila Oppio
Nessun commento:
Posta un commento