benvenuti

Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

martedì 15 novembre 2016

LA MIA SUPERLUNA di Luisa Bolleri


 La mia Superluna

Stasera con la coda dell'occhio ho visto la luna sbirciare tra i vuoti del mandorlato (abito in un fienile di campagna), mentre vagabondavo su facebook. Ero sola nella stanza del sottotetto e mi sono ricordata che stasera ci sarebbe stata la luna più grande degli ultimi tempi, la Superluna, come la chiamano in gergo televisivo. Già, perché parlare di "luna piena al perigeo" avrebbe avuto l'imperdonabile difetto di insegnare qualcosa e in tv questo è severamente proibito. Anzi, narra la leggenda che ci sia una speciale postilla apposta in ciascun contratto che la RAI (ma anche Mediaset e compagnia bella) redige per i suoi conversatori e i suoi parolai un tanto al secondo. Sapere troppo, si sa, è un male. Prima o poi potrebbe ritorcersi contro il potere costituito, l'autorità non va mai disturbata né messa in discussione. 

La prossima luna piena al perigeo avrà luogo nel 2034 e, se sarò ancora viva, avrò 74 anni. Magari me ne andrò in giro col bastone o sarà perduta in fondo a un letto senza coscienza. Oppure avrò già cominciato la mia seconda vita e vagherò su tacchi a spillo di vernice nella notte, tenendo al guinzaglio una mandria di cani feroci (rigorosamente neri). Sedici anni! Un bell'appuntamento con me stessa, mi dico, mentre afferro il mio smartphone per scattare qualche foto senza pretese, a immortalare l'evento. Il risultato ottenuto insinuandomi nei buchi tra i mattoni faccia-vista è pessimo. La luna è piena e luminosa, ma appare il solito pallino sfocato di sempre o poco più. 

Ma come fanno i bravoni sui social? Semplice: usano macchine fotografiche vere, usano lo zoom. Allora sì che puoi vedere bene i crateri, le valli e l'espressione incazzosa della luna. Puoi accorgerti se ha mangiato troppa cioccolata dal nuovo cratere spuntato appena ieri... Ma io non mi do per vinta tanto facilmente. 

Esco di casa armata del solito telefonino Samsung modello Accontentati che è meglio, con aria ardimentosa. Già, perché fuori fischia un feroce vento di tramontana sicuramente di provenienza siberiana, che in un solo giorno è riuscito ad asciugare il giardino dalla pioggia battente di sabato scorso e ad accartocciare come le mani di Grimilde tutte le foglie cadute. I miei capelli già spettinati vengono sbatacchiati di qua e di là, senza troppi riguardi. Mi muovo intorno alla casa assumendo un'aria guardinga e aguzzando l'occhio artistico. Intanto il gelo penetra a folate dentro la mia vestaglia di pile stile "vecchio cinese a Prato". Finalmente individuo un'inquadratura che potrebbe essere interessante tra due grossi rami dell'acero americano, mi avvicino calpestando l'erba soffice, ma la luna è più dispettosa del solito e si nasconde dietro i rametti spogli della lagerstroemia, che senza fiori sembra una scopa capovolta. Non se ne fa di niente. Scatto a casaccio, accendo la torcia per vedere meglio dove metto i piedi, cammino nell'erba, premo di nuovo l'icona "foto" e inserisco l'impostazione "notte", provo ancora. Una ciofeca. Improvvisamente il mio corpo inserisce la modalità tremito convulso e tra le raffiche dell'era glaciale mi appaiono immagini di me stessa già stecchita come un baccalà e conservata nel reparto cambusa di una nave rompighiaccio. Zigzagando mi rifugio nella tana, come un leprotto inseguito da un'aquila che lotta per la vita. 
Mia madre si chiedeva perché fossi uscita e mi guarda interdetta. Io rabbrividisco, batto i denti e mi lamento platealmente per il freddo polare. Lei mi guarda a punto interrogativo.
"C'è la luna" le dico io. 
"Ah, sì" fa lei.

Luisa Bolleri

Luisa Bolleri con Dacia Maraini che da poco ha festeggiato 80 anni (13 novembre 1936)

Nessun commento:

Posta un commento