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Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

giovedì 17 maggio 2012

MAGIA FLOREALE




a cura di Giovanni De Simone


Il Sogno
Entro in punta di piedi nel meraviglioso  mondo dei fiori:
Mi stendo su un letto variegato di petali e mi lascio rapire dalla loro magia. Colmo gli occhi della luce che bacia  bellissimi colori e infinite sfumature. M’inebrio del loro profumo e mi faccio cullare dalla loro voce  che hanno rubato al vento. Sogno. 

Vago senza corpo in uno spazio libero tra tantissimi volti conosciuti e non. Tutti sprizzano gioia e felicità. Mi sorridono. Sorrido. Ci prendiamo per mano e formiamo un grandissimo cuore. Spinto dalla dolce brezza dell’amore, il cuore, ondeggia nell’azzurro totale del cielo e lascia cadere i petali più belli  e profumati sugli abitanti della terra. Non tutti, ma in tanti raccolgono i petali e li chiudono nel cuore. Li concimano con i sentimenti più dolci  e li annaffiano con lacrime d’amore. Germogliano, crescono e sbocciano fiori, fiori, fiori… 

Fiori magici che racchiudono i desideri più intimi. Ogni petalo soddisfa un desiderio. E l’uomo fa del fiore simbolo e dono.
                                                                                                                   Giovanni De Simone
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A me piacciono moltissimo i fiori, e a voi?
V’invito a camminare con me in questo meraviglioso ed incantevole mondo. Seguitemi...
IRIS

L’iris, conosciuto anche come “giaggiolo” è un fiore profumato, ma fragile.  Il colore varia dal blu al giallo, dal rosa al rosso scuro. Oggi, se ne conoscono circa 200 specie: Giglio di Firenze o Giaggiolo bianco, Giglio di S. Antonio o Iris, Giaggiolo pallido o Giaggiolo odoroso, Oncocyclus, ecc.

Il nome deriva dalla parola greca Iris che significa “arcobaleno”. Infatti la mitologia greca ha chiamato Iride la messaggera degli Dei, e cioè la divinità che, servendosi dell’arcobaleno come passaggio, consentiva il “rapporto” tra Olimpo e Terra. Il fiore fu chiamato  Iris perché la molteplicità dei suoi colori ricordava, per l’appunto, i colori dell’arcobaleno.
Le prime specie di questo fiore si trovavano in Siria e furono portare in Egitto dal Faraone Thutmosis III. Re Luigi di Francia lo scelse come simbolo del proprio paese. In Giappone l’Iris è uno dei fiori nazionali. 
In Italia è un fiore molto comune e cresce anche allo stato selvatico soprattutto nelle campagne toscane; sembra, infatti, che proprio in conformità a questo fiore fu ideato lo stemma della città di Firenze.

La storia sembra che nasca  dal ribaltamento dei colori (da bianco su sfondo rosso a rosso su sfondo bianco) che si ebbe quando furono scacciati i ghibellini dalla città nel medioevo ed i guelfi assunsero il governo cittadino. I ghibellini avevano, infatti, nello stemma il giglio bianco, molto diffuso nella campagna toscana, mentre i guelfi adottarono l’opposto giglio rosso, che non esisteva in natura.
E’ dal 1957 che la Società italiana dell’Iris, con sede a Firenze, organizza un concorso internazionale per la promozione di questo fiore che ha come scopo quello di riuscire, tramite incroci e combinazioni di floricoltura, ad ottenere un giglio coltivabile che abbia il colore di quello scarlatto rappresentato nello stemma  fiorentino. A tutt’oggi, nonostante gli sforzi,  non si è riuscito ad ottenere la tonalità desiderata, comunque ogni anno vengono premiati nuovi esemplari che presentano le caratteristiche di robustezza, bellezza e colore.  Ciò avviene nel Giardino dell’Iris: un’area verde alla quale si accede dal lato est di Piazzale Michelangelo. Qui, oltre alle piante in gara,  sono conservati anche tutti gli esemplari premiati negli anni passati. Il Giardino dell’Iris è aperto al pubblico solo il mese di maggio.
Invece i Giaggioli di Capraia (FI) si trovano nei giardini e nei prati intorno al paese.
Un’altra area riservata per lo più all’Iris, molto frequentata, è il Parco dell’Iris di Padova.

Nel linguaggio dei fiori L’Iris simboleggia:
Auguri di novità;  Buona novella; Buone notizie; Auguri per chi sta per intraprendere qualcosa d’importante; Tenerezza.
L’Iris giallo: ardo di passione per te, devo dirti qualcosa, invito ad uscire.
E’ uno dei fiori preferiti dal Sagittario e dai Pesci.
Gli Iris sono coltivati come piante ornamentali, nei giardini, stagni, laghetti, in vaso su terrazzi. Le specie nane sono utilizzate per bordature o per decorare roccaglie; alcune specie si prestano anche alla produzione industriale del fiore reciso. 
L’Iris, come quasi tutti i fiori e le piante, presenta anche proprietà chimiche e medicinali:
• I rizomi di alcune specie sono impiegati in profumeria e in cosmetica.
• Le radici di alcune specie sono utilizzate per le proprietà medicinali o in farmacia per le proprietà officinali come correttore del sapore.
• La polvere, il decotto e il vino medicato dei rizomi di alcune specie, raccolti al secondo o terzo anno di vita, da luglio a settembre, puliti ed essiccati, hanno proprietà diuretiche, emollienti, emmenagoghe, bechiche ed espettoranti.
• Il decotto di rizoma di alcune specie ha proprietà astringenti e risolventi.
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IRIDE VUOI USCIRE CON ME?

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Una finestra s’apre. Un angelo biondo appare. Piangendo guarda il viale alberato che corre davanti alla sua casa. Altre volte, alla stessa ora,  i suoi occhi brillavano come due stelle e la sua voce era più dolce del canto dell’usignolo, altre ancora i suoi sospiri si univano a quelli di Luigi (lei non lo sapeva) che la guardava dalla finestra del chiosco con il cuore in tumulto. Luigi soffriva e malediva la sua sfortuna: l’aveva conosciuta ad una festa e subito era scoccato ”il colpo di fulmine”, ma lei era fidanzata con Alessandro, suo ex compagno della scuola elementare (oggi scuola primaria). Le loro strade s’erano divise e si riconobbero a stento: erano entrambi cambiati. Cominciarono a frequentarsi per richiesta d’Alessandro e d’Iride.
Luigi soffriva maledettamente ogni qualvolta incontrava il suo angelo biondo, ma riuscì sempre a nascondere  il suo amore e le sue pene.  La sfuggiva e la cercava; si accontentava di guardarla e udire la sua voce. A volte gli bastava, altre no: il desiderio era rovente e non riusciva a calmarlo. Il tempo scorreva sia come in fiume in piena che con il suo quieto mormorio. Questo alternarsi influiva su Luigi scavando solchi sul cuore che venivano, in parte, riempiti di miele.

Una sera che diluviava, Luigi, più triste del solito, era a tavola a guardare il piatto (suo preferito) fumante  di carne bianca con melanzane e formaggio fuso, che la madre gli aveva preparato per stuzzicargli l’appetito, quando squillò il telefono. Era Gabriella, amica innamorata che tutto aveva intuito,  che gli disse:
Devo darti una brutta notizia, la morte bianca ha colpito ancora e indovina chi?”
Il cuore gli si lacerò pensando subito ad Iride che era operaio metalmeccanico e riuscì appena a dire: “Chi?”.  
Alessandro” – rispose Gabriella- “E’ caduto dal ponteggio del terzo piano del palazzo dove lavorava”.
Alessandro era muratore specializzato e capo cantiere.
Ancora una volta il coltello della sofferenza colpì il cuore di Luigi: era angosciato sia per Alessandro che per Iride. Giurò a se stesso che sarebbe stato vicino ad Iride per alleviare in qualsiasi modo la sua sofferenza. Nonostante tutti gli sforzi e le attenzioni che prestava ad Iride, questa si chiuse nel suo dolore. Casa, lavoro e… basta; per tutto il resto aveva buttato via la chiave.
Soffrivano entrambi e i loro incontri erano ridotti al lumicino.
Era trascorso un anno dalla morte d’Alessandro e Iride si era chiusa  sempre di più nella cappa della solitudine: niente più le interessava. L’amore di Luigi era più intenso che mai e non sapeva più “a che santo votarsi” per cambiare quella situazione di stallo. Occorreva un miracolo o un colpo di bacchetta magica. e… La primavera si era appena presentata con la sua veste verde pallido picchettata di vari tenui colori, i giorni si erano allungati e le sere erano più miti. Una sera Luigi stava percorrendo il viale dove abitava Iride, quando un signore senza età lo fermò e gli chiese: ”Può darmi, cortesemente, mille lire? Devo tornare dalla mia amata e non ho soldi per pagarmi il biglietto del treno”. Luigi rimase colpito da tale richiesta e senza esitare tirò dalla tasca della giacca il portafoglio, prese mille lire e gliele porse dicendogli: ”Sono sufficienti?”.
L’indistinto signore rispose: “Sì, sono sufficienti e la ringrazio per la sua bontà che merita una ricompensa. Alla ragazza che tanto ama deve mandare  ogni giorno un Iris giallo”.
“Perché un Iris giallo?” - chiese  Luigi-.
“Lo faccia con convinzione e attenda con fiducia” -fu la risposta di quel signore che s’allontanò a passo svelto-.
L’indomani Luigi  inviò un bellissimo Iris giallo ad Iride con questo biglietto: “Vorrei trovare parole nuove, ma sono le parole del silenzio quelle che ti scrivo. Vuoi uscire con me?”.
I giorni passavano e le foglie della speranza cominciarono a perdere il verde brillante.
La costanza fu premiata, Luigi ricevette un messaggio: “Vieni a prendermi sabato sera alle ore venti. Iride.
Vi lascio immaginare la felicità di Luigi e il seguito della storia.

Giovanni De Simone


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