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Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

mercoledì 30 settembre 2015

17 Agosto

Oggi
ma anche ieri
oltre quel muro sgretolato
di modernità, di civiltà nuova
ho visto detriti d'umanità
galleggiare in pompose piscine
con acqua ammorbata.

Non un albero a regalare ombra
ma drappi di stracci sovrapposti
a celare vizi e fatuità di un bel vivere
lontano dalla realtà.

Indifferenza e miseria umana.

Solo gabbiani
abitatori di un cielo terso
reso triste da questa parte di terra.

Gavino Puggioni
Da Nelle falesie dell'anima

martedì 22 settembre 2015

Concorso Poesie d'Amore

Gavino Puggioni ha partecipato al concorso indetto da A.L.I. Penna d'Autore, con la poesia
Ho visto un clochard...che fa parte della sua ultima silloge poetica Nelle falesie dell'anima. Ha ottenuto la menzione d'onore e la pubblicazione nell'antologia AA.VV. poesie d'amore.

Ho visto un clochard...


...stretto nella morsa del gelo
dei nostri sentimenti
alienati da turbe
della nostra esistenza

Ho visto i suoi occhi cerulei
nel grigiore del tempo
splendidi
nell'infinito di una vita
a lui negata

Non mi ha chiesto aiuto
gli ho donato il mio cuore ferito
una parola buona d'amicizia
una stretta di mano
bagnata da una lacrima improvvisa

e il cielo sopra di noi.

Gavino Puggioni
Da Nelle falesie dell'anima

Concorso A.L.I. PENNA D'AUTORE . Poesie dl'amore

Ho partecipato al concorso in oggetto, e la mia poesia  Amore è un angelo ha ottenuto la Menzione d'Onore ed è stata pubblicata sull'omonima antologia. La stessa è stata curata molto bene: copertina in similpelle rosso cupo, iscrizioni e decorazione dorate. Le pagine interne impostate con molta eleganza. Soddisfattissima!



Amore è un angelo

Amore è un angelo
La cui mano lieve
Il cuore accarezza.

Amore è come brezza
Che nell’aura effonde
E come fiume in quieta
Dentro le sue sponde

Amore è fresco tocco
Di zefiro leggero
Che al primo rintocco
Soffia sul tuo cielo

Amore è ciò che è vero
Il resto sono bugie
Se pensi sia sincero
Componilo in elegie

Amore è come onda
Che sfiora le tue rive
E nave non affonda
Pur se ha colme le stive

Danila Oppio

mercoledì 16 settembre 2015

In anteprima, una bella notizia...

Ho da poco ricevuto la lieta notizia che al seguente

                          CONCORSO NAZIONALE STRAORDINARIO DI POESIA 
Il Circolo culturale-ricreativo”Hostaria delle immagini”associato Fenalc

INDICE
 in via straordinaria un Concorso di poesia inedita o edita articolato in due sezioni con argomenti definiti.
I° tema:750° Anniversario della nascita del sommo poeta Dante Alighieri.
2°tema: Anniversario della I guerra mondiale
Il poeta Tommaso Mondelli ha ricevuto questa comunicazione dalla Prof. Carla Maffini, organizzatrice dell'evento.
Gent.Poeta, sono lieta di comunicarle  che la sua poesia L'Alighieri e' risultata Prima classificata. Nel congratularmi con Lei le ricordo che la premiazione avverrà presso il Circolo Hostaria delle immagini ,Piazza Patrioti n. 4 a Cortemaggiore (PC) il27/9/2015 alle ore 10.30 . E' gradita la conferma della sua presenza entro il 24.Codiali saluti. Carla Maffini.

In contemporanea, ne ho ricevuta una anch'io. Entrambi abbiamo partecipato col primo tema, su Dante Alighieri, in occasione del 750° anniversario della nascita del sommo Vate.

Gent.Poeta, sono lieta di comunicarle  che la sua poesia Festina lente e' risultata Terza classificata. Nel congratularmi con Lei le ricordo che la premiazione avverrà presso il Circolo Hostaria delle immagini ,Piazza Patrioti n. 4 a Cortemaggiore (PC) il27/9/2015 alle ore 10.30 . E' gradita la conferma della sua presenza entro il 24. Cordiali saluti . Carla Maffini.

Quindi, con immensa gioia, pubblico qui le due poesie classificatesi al Primo e Terzo posto.
Al Cav. Tommaso Mondelli, i miei più vivi complimenti. Condivido con lui la gioia della vittoria!



           L'Alighieri              

Padre Dante
che dall'alto d'Empireo
il fiero e vigile sguardo pone
alla sua Patria indegna come
città, imperi e regni ha pur respinto
la sua Firenze dal dolore ostello, nave
senza nocchiero, ancora in gran tempesta,
esiste gente ancor senza cervello.  

E se la morte
dell'amore è il prezzo
e ancor tale nell'eterno resta
sempre per esso sia a ritrovar la testa.
Da Rimini
Francesca e Paolo, che amore
a morte li tradusse e ancor li cinge
nell'eterno abbraccio e vince come a dir
non fu e mai potrà peccar quando s'apprende
amor nei cuori l'eterna giovinezza avuta.
A vendicar con la torre
l'atroce insulto di un prelato
ai suoi figli; vile un cervello a praticar
ignominiose barbarie dal potere attinte.

Così il Poeta
al tenebroso ingegno
degnossi a comminar castigo eterno
al decretato mai perdono a domandar
sì forte e mai per lui più le porte si
schiuderanno al pentimento, come al
disonor perenne del suo inganno nella
melmosa gogna a baciar la fogna
e mai del vendicator veder lo viso
 e supino a consumar l'eterno pasto del rimorso
al rimestar nel fango il mendace avviso.

Il potere nel dovere
con volere il malvolere,
in cosciente permanenza

nella stolta onnipotenza.
Tommaso Mondelli


 Festina lente 
(Dante e De vulgari eloquentia)

Il Divino Vate, non sol di Commedia scrisse
Ma Vita nova, Convivio, Egloghe, Le rime nuove
Epistole, e tante altre. E tra queste opere
Sulla cui bellezza ed eleganza non ci piove
Un trattato filosofico-linguistico con cui
Si propose di rintracciare un unitario volgare
Illustre, cardinale, aulico e curiale.

Guidato da esperienza e intuito personale
Pose basi e anticipò argomenti
Di quello che sarà il problema centrale
Dell’Unità d’Italia, la ricerca dell’insieme
Linguistico e culturale in una terra
Alquanto frammentata e discordante.

Nel primo libro rivela doti di geo-linguista
Ante litteram, esponendo il concetto relativo
Alla variabilità delle lingue nello spazio
E nel tempo, e aree linguistiche individua
Dell’Europa, dell’Asia e dell’Italia stessa.

Partendo dall’origine della lingua, Dante
Avvia un trattato, il cui primo parlante
Fu Adamo, così l’adamitica lingua
Fu con l’ebraico unitaria o attigua.

Dopo la Torre di Babele, che il divino volere
Intese punire nelle lingue, creando confusioni
La superbia umana, fine si pose
All’unità linguistica, così le genti
Si dispersero e si diffusero idiomi differenti
nell’Asia e nell’Europa di tutte le nazioni

La terra del SI, la sua identità si va a trovare
Alle terre dell’Oil e dell’Oc nel contrapporsi
Ma il Vate va oltre, nella sua disamina
Così che la prima cartina linguistica disegna
Almeno dell’Italia, e del suo parlare.

Le lingue variano col mutar del tempo
Così come mutano i costumi degli uomini.
Egli passò in rassegna tutte le parlate in volgare:
“Decentiorem atque illustrem”. Più bella
E illustre, nessuna più assurgere
A lingua letteraria, in quanto il suo profumo
Avverte in tutti i volgari, ma in nessun dei tali
Par si trovi.

 Egli affermò: “Il volgare italiano risuona
In mille diverse varietà, dobbiamo perciò cercare
il più elegante linguaggio d’Italia, quello illustre
E per aver sgombro il cammino
In questa nostra caccia, eliminiamo
Prima dalla selva, i cespugli
E gli intricati rovi.

Danila Oppio 

 Non appena riceveremo i relativi premi, che consistono in:
I° Premio (trofeo e diploma d'onore con medaglia aurea ).

3° Premio (formella in fine porcellana con supporto ligneo e diploma d'onore con medaglia a smalto.).
pubblicherò anche il diploma d'onore, trofeo e formella.

martedì 15 settembre 2015

LIBELAI -- MILVA



Perfetta per questo mese, di una tristezza autunnale!

Oltre le nuvole


Nascosto tra mille bagliori
ho sentito parole inutili
incrociare destini d'uomini
senza vita

Ho visto sbriciolarsi al vento
desideri di bambini
quando bastava un abbraccio
per salvarli

Ho visto gli occhi di una madonna
implorare un amore mai avuto
quando bastava una carezza
per toglierla dall'abisso

Non ho visto pietà alcuna
ho visto solo indifferenza
ognuno pensava al proprio mondo
il resto non aveva importanza

Gavino Puggioni
Da Nelle falesie dell'anima

Migranti: così oggi parto...



Così oggi parto, m'imbarco in macchina con vestiti, lenzuola, asciugamani, cinte e quant'altro e arrivo al Centro Baobab di Roma che si sta occupando di aiutare gli immigrati. Arrivo a via Cupa, una travesta della Tiburtina altezza del Verano. L'impatto è violento, indicibile: donne, uomini, bambini per la strada, fuori dal Centro, seduti, in piedi, camminando, un'orda di visi neri che non sanno dove guardare, tra lo smarrito, l'arrabbiato, lo stordito. Via Cupa, una strettissima viuzza, accanto al cimitero più grande di Roma. Di fronte a loro un immenso e alto muro. Via stretta. Muro alto. Immigrati. Mi accoglie una volontaria dagli occhi azzurri, mettiamo tutti i miei pacchi in un carrello ed entriamo, si scende da una rampa e si arriva in un grande stanzone interrato, è tutto abbastanza scuro, ci sono altri profughi, uno di essi stona un'improbabile melodia sul pianoforte. Sulla sinistra, una pila immensa di buste di plastica con dentro vestiti. La volontaria mi spiega che sono abiti troppo grandi che non vanno bene per loro così magri, così li baratteranno con un'Associazione che in cambio darà loro medicinali. Prosegue il viaggio. E' un limbo. Ci sono altre stanze, una per il cibo, una per i vestiti, uno spazio per i bambini, la cucina, dove altri volontari preparano cosa da mangiare, il magazzino dello smistamento. Facce scure che ti guardano di sfuggita, senza alcun piacere. In fondo non sono che una stronza qualunque che porta loro delle cose (almeno così mi sento), una stronza che poi tornerà a casa e proseguirà la sua vita, mentre loro rimarranno lì, in condizioni penose, sì, è vero, salvi dalla guerra, dalla fame e questo è qualcosa, ma non basta. Vai lì e non basta. Sono tanti, troppi, cosa faranno? Come s'integreranno? Che faranno oltre a stare lì, seduti sulla strada? Ho la profonda percezione che tutto questo NON PUO' ESSERE UNA VITA DIGNITOSA. Qual è la via di uscita? Qual è la via d'uscita? Eppure ero andata lì mossa da una forte istanza, ero andata lì per dirmi: vedi, brava! Stai aiutando qualcuno! Non sei una che parla e basta! Agisci! 
Ho anch'io il viso scuro ora. La situazione è più grave di quello che immaginiamo.

Alessia D'Errigo