Quando un amico se ne va, si vorrebbero dire tante cose...Ho conosciuto Adriano Bertinelli ( 27 luglio 1968\ 5 agosto 2016) nel 2011.
Era un uomo intelligente, generoso e sensibile, uno spirito libero, un cittadino del mondo dai mille entusiasmi: faceva il volontario sulle ambulanze della Croce Rossa, fiero del suo attestato; aveva frequentato con successo un corso per assistente bagnanti; gli piaceva recitare, cantare ed era appassionato di cinema, lieto di visitare il Museo del Cinema a Torino ogni volta che gli era possibile. Era un buongustaio; un appassionato di calcio, inguaribile tifoso del Brescia; e un festaiolo simpaticissimo, assai conosciuto e stimato nel parmense, dove aveva lavorato sia come autista che come venditore ambulante. Il suo lavoro lo portava sovente anche in Piemonte, quando guidava i pullman delle gite turistiche. L’ultimo giro con un gruppo di disabili a Grugliasco. Era un conducente scrupoloso, prudente, affidabile, attento alle esigenze dei passeggeri.
Adriano ha combattuto mille battaglie: quelle per i diritti dei lavoratori, troppo spesso arenate perché ormai coloro che dovrebbero tutelarci seriamente e semplificare la vita dei cittadini (sigle sindacali, patronati, ecc) sovente svaniscono nel nulla e ci si ritrova soli, con le tasche vuote e con qualche preoccupazione in più di quelle che avevamo sperato di risolvere. Non a causa dei singoli, ma per via di un sistema che diventa sempre più ingarbugliato. Era il segretario della Cub di Parma e il presidente dell’Associazione nazionale Adcu. Ha tentato di sanare i problemi di molti.
Si è battuto per una sanità migliore, dal momento che la quotidianità della mamma Raffaella Annunziata si faceva sempre più difficile, faticosa. Pacifiche guerre quotidiane condotte con civile fermezza, sogni infranti e progetti coraggiosi. Figlio unico, aveva dedicato una buona parte della sua esistenza alla cura dei genitori, dal momento che il piccolo nucleo familiare non aveva parenti.
Adriano si entusiasmava facilmente e riusciva a entusiasmare i suoi interlocutori. Quando un progetto naufragava, si ritrovava solo a raccogliere i cocci e a sentir brontolare chi aveva visto disattese le proprie aspettative.
Amava teneramente gli animali, e Birba la cagnona era la sua compagna più fedele. Cresciuto nella Bassa, amava le montagne ed era sempre contento di rifugiarsi tra le alte cime, sulla riva di qualche bel lago, al fresco, nel verde.
Il mio saluto va a lui, che avevo sentito per telefono qualche giorno prima della tragedia, e che ora è stato accolto nella Luce che non tramonta dal solo Giudice infallibile.
Penso alla mamma Raffaella Annunziata, a Birba...Che non lo vedranno più arrivare. Tutti i giorni, Adriano andava ad assistere sua mamma durante i pasti in casa di cura e portava a spasso la fedele quattro zampe: erano gli affetti veri, fedeli. Riposa in pace, caro amico, avvolto dall’abbraccio di Dio, guida la tua corriera lungo sentieri costellati di stelle luminose e possa un abbraccio terreno consolare le creature che ogni giorno ti aspetteranno invano.
Edi Morini, Via Parri 5, 10066 Torre Pellice (To)
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