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Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

sabato 18 maggio 2013

FINAGLIOSU


Volevo rivedere quel pezzo di terra, l'avevo sempre nel cuore
anche se in un angolo ben nascosto.
Volevo..perché speravo che qualcuno avesse messo in piedi
quel degrado, incivile e inumano.
Inumano anche per gli animali e la natura, offesa.
Volevo.. perché li affondavo i miei ricordi d'infanzia.
Mio padre, soprattutto e sopra tutti, pieno di forza.
Di volontà, di amore per tutto quello che lo circondava,
che avrebbe saputo far crescere, ogni giorno;
mia madre che era la sua ombra;
noi figli, quasi protetti da quello che la natura ci regalava;
il lavoro di tutti quelli che collaboravano
più che sufficiente a mantenere noi e ben altri.

Una speranza, la mia, vana.
Vana come quando un fulmine si abbatte sull'albero
più vecchio della foresta e lo brucia e lo scortica
per sempre, e il boscaiolo non ci crede.

Quella speranza, quel qualcuno che non è mai esistito,
nemmeno nelle intenzioni,
oggi, mi han ferito di nuovo
ma l'ho voluto io, questo dolore.

Ci ho girato intorno
ho fatto finta di afre il turista
ma ho guardato, ho visto, ho toccato
il Nulla, il Tutto.
Ho portato con me, quasi testimoni di quest'amore,
altri ma pochi, che non nomino ma che sanno.

Volevo fare anche una fotografia, ma perché?
Quel posto è scolpito nella mia memoria, ormai.
Lo ricostruisco pietra su pietra, pianta su pianta, se voglio;
non so staccarmene seppure il mezzo secolo è passato
Coi personaggi che l'han popolato, il servo pastore,
il pastore marchese di nobili origini, decaduto anche lui;
la serva, il mandriano, i cacciatori, i notabili di Sassari e di Porto-Torres,
gli amici e i falsi amici, gli sconosciuti e i nuovi arrivati.

E tutto questo non è fotografia?

E la casa, con un sole che ora non meritava,
un cumulo di pietre disordinate e ancora buone
dove ho trovato ugualmente quel che pensavo,
ombre, fatuità, fantasmi, e le cui pareti
restano in piedi non so per chi e per cosa.

Un uragano, presto, dovrebbe portarsela via,
non lasciare segno alcuno se non quello
di una terra pulita, ubertosa, curata e amata
come una volta, come in una favola.

Gavino Puggioni

da L'arcobaleno in giardino

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