L'abisso è sempre lì
non si è allontanato
trattenuto da flebili liane
di speranza
che si rispecchiano nel nulla
dell'universo
e ancora lo illuminano
La rondine l'ha sfiorato
nel tunnel di eolo
dove polvere sporca
s'era annidata
in pezzi di pietra appuntita
E l'uomo accecato dai raggi
della cupidigia aspettava
altre messi da seni rigogliosi
ridotti poi a pelle grinzita
per fame regalata a loro
da ladri d'amore
Ora il tempo è passato
quell'abisso s'è allargato
e l'umanità s'è intrappolata da sola
in visioni confuse
che non stanno né in cielo né in terra
Forse in un altro mondo
Gavino Puggioni
Da Nelle Falesie dell'anima
Una poesia amara dalla quale sembra bandita la speranza. Un momento di sconforto, forse, osservando il mondo intorno a noi, un'umanità egoista, "accecata dalla cupidigia", come dici, "intrappolata da sola in visioni confuse".
RispondiEliminaEcco, la confusione, la mancanza di punti fermi, di valori veri in cui credere e nei quali trovare nuova linfa.
Eppure, la chiusa, con quel suo ultimo verso, sembra riappropriarsi della speranza, forse, proprio come nel titolo, qualcosa si può ancora fare, si può provare a costruire un qualche cambiamento.
Bei versi che spingono ad avere una maggiore consapevolezza.
Ciao.
Piera