Queste braccia scarnite
su barre di porfido
ai piedi di colline forate
in ascolto di urla
e di silenzi
gesti anonimi
labbra secche
inverno di vita
lunghi binari di ipocrisia
la stazione è bruciata
il mare del passato
è divenuto stagno
la luce è ospite di un sogno
un dio ateo
ai lati una sublime madonna
infinite agonie
orge di corpi
nell'alta marea
un neonato
una mamma
il loro destino
in una pietra scolpita di rose
la solitudine
mai
Gavino Puggioni
Da Nelle Falesie dell'anima
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