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Questo blog è di Danila Oppio, colei che l'ha creato, e se ne è sempre presa cura, in qualità di webmaster.

lunedì 23 aprile 2012

UNA NINNA NANNA


Per chi? -
Il nonno racconta, olio di Piero Masia
-       Per me, mamma! Ne hai voglia? -
-       Si, Francesco, anche se sono stanca; ma non te la canto, te la racconto, come una favola breve! -
-       Ma non dormire prima di me! - replicò Francesco.
-       - Ascolta! -
Un nonno, che non era ancora nonno, desiderava uno e tanti nipotini, uno più bello dell'altro. E tanto era grande quel desiderio che, ogni notte, lui ne sognava uno, maschietto o femminuccia, e dopo lo raccontava, contento.
L'inverno era ormai arrivato e quella sera il nonno entrò nella sua casetta, linda e pulita, dopo aver trascorso tutto il pomeriggio a badare, col suo cane Fido, le sedici pecorelle che ancora riusciva a governare, in quel verde campo, nella valle dalle mille fontanelle di acqua perenne.
Trovò la moglie che sfaccendava in cucina, per preparare la cena, ma non si era accorto che c'era il suo nipotino Dado, sdraiato in una poltrona e pareva dormisse tranquillamente.
Il nonno, felicissimo, si avvicinò senza fare alcun rumore, con un passo felpato, quasi di un gatto che, quatto quatto, si avvicina al topo per sorprenderlo.

Sorrideva sotto i baffi bianchi, il nonno, e avrebbe voluto prenderlo e stringerlo tra le braccia il suo tesorino. Ma frenò questo suo amore. Gli si sedette accanto e, delicatamente, posò la mano ancora sporca di terra sul capo e si commosse.
Gli raccontò subito una prima favola, poi un'altra ancora e poi tante, tante altre, nel silenzio, col cuore che faceva tum-tum-tum. Era seduto, in adorazione di quegli occhietti socchiusi, di quel corpicino rilassato, adagiato nel calore di dolci sentimenti che solo lui riusciva a percepire e trasmettere.

Quel bambino continuava a dormire e quel nonno continuava a raccontare di tutti, non si fermava mai, nemmeno quando la nonna esclamò:
-       Ma cosa stai dicendo? Non vedi che dorme? -
-       No, non dorme il mio Dado, mi ascolta! Sta registrando le mie parole e più tardi me le ripeterà! Dado é un bambino intelligente! - concluse il nonno.

Fuori faceva freddo, mentre il camino acceso faceva sentire il crepitio delle legna secca e profumata di terra non inquinata.
Il caldo della stanza si mescolava ai profumi che, insistenti, arrivavano dalla cucina, ma questi non distraevano il nonno, che, estasiato, si coccolava il suo Dado, senza toccarlo.
La cena era quasi pronta, l'appetito anche.
Il nonno si alzò, sempre in punta di piedi, andò al lavabo per sciacquarsi le mani e salutò la moglie, abbracciandola quasi per  benedirla per quella piccola presenza.

-       Nonno! Nonno! - urlò all'improvviso Dado – perché hai smesso di raccontarmi quelle favole? Sono bellissime! Son sicuro che le ricorderò e qualcuna la reciterò anche alla signora maestra! -
-       Beh!, cosa ti dicevo poco fa, moglie mia? Dado mi ha ascoltato mentre dormiva e ora io sono un nonno molto felice, più felice di prima!
-       Buon appetito! -

Gavino Puggioni
Inedita

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