Per chi? -
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Il nonno racconta, olio di Piero Masia |
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Per me, mamma! Ne hai voglia? -
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Si, Francesco, anche se sono stanca; ma non te la canto, te la
racconto, come una favola breve! -
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Ma non dormire prima di me! - replicò Francesco.
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- Ascolta! -
Un
nonno, che non era ancora nonno, desiderava uno e tanti nipotini, uno più bello
dell'altro. E tanto era grande quel desiderio che, ogni notte, lui ne sognava
uno, maschietto o femminuccia, e dopo lo raccontava, contento.
L'inverno
era ormai arrivato e quella sera il nonno entrò nella sua casetta, linda e
pulita, dopo aver trascorso tutto il pomeriggio a badare, col suo cane Fido, le
sedici pecorelle che ancora riusciva a governare, in quel verde campo, nella
valle dalle mille fontanelle di acqua perenne.
Trovò
la moglie che sfaccendava in cucina, per preparare la cena, ma non si era
accorto che c'era il suo nipotino Dado, sdraiato in una poltrona e pareva
dormisse tranquillamente.
Il
nonno, felicissimo, si avvicinò senza fare alcun rumore, con un passo felpato,
quasi di un gatto che, quatto quatto, si avvicina al topo per sorprenderlo.
Sorrideva
sotto i baffi bianchi, il nonno, e avrebbe voluto prenderlo e stringerlo tra le
braccia il suo tesorino. Ma frenò questo suo amore. Gli si sedette accanto e,
delicatamente, posò la mano ancora sporca di terra sul capo e si commosse.
Gli
raccontò subito una prima favola, poi un'altra ancora e poi tante, tante altre,
nel silenzio, col cuore che faceva tum-tum-tum. Era seduto, in adorazione di
quegli occhietti socchiusi, di quel corpicino rilassato, adagiato nel calore di
dolci sentimenti che solo lui riusciva a percepire e trasmettere.
Quel
bambino continuava a dormire e quel nonno continuava a raccontare di tutti, non
si fermava mai, nemmeno quando la nonna esclamò:
-
Ma cosa stai dicendo? Non vedi che dorme? -
-
No, non dorme il mio Dado, mi ascolta! Sta registrando le mie parole e
più tardi me le ripeterà! Dado é un bambino intelligente! - concluse il nonno.
Fuori
faceva freddo, mentre il camino acceso faceva sentire il crepitio delle legna
secca e profumata di terra non inquinata.
Il
caldo della stanza si mescolava ai profumi che, insistenti, arrivavano dalla
cucina, ma questi non distraevano il nonno, che, estasiato, si coccolava il suo
Dado, senza toccarlo.
La
cena era quasi pronta, l'appetito anche.
Il
nonno si alzò, sempre in punta di piedi, andò al lavabo per sciacquarsi le mani
e salutò la moglie, abbracciandola quasi per benedirla per quella piccola presenza.
-
Nonno! Nonno! - urlò all'improvviso Dado – perché hai smesso di
raccontarmi quelle favole? Sono bellissime! Son sicuro che le ricorderò e
qualcuna la reciterò anche alla signora maestra! -
-
Beh!, cosa ti dicevo poco fa, moglie mia? Dado mi ha ascoltato mentre
dormiva e ora io sono un nonno molto felice, più felice di prima!
-
Buon appetito! -
Gavino Puggioni
Inedita
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