SINUARIA
POETARUM – 7-8 giugno 2014
L'isola
dei poeti
Sempre
Asinara, niente dintorni se non quelli del mare di dentro e quelli del mare di
fuori, uguali ma diversi nelle loro altalene, spinte da venti di levante e di
maestrale, oggi assenti perché l'amico Eolo riposava.
Sempre
Stintino a quell'ora mattutina, quando un centinaio di noi, a bordo di un non
alato Gabbiano, si è tuffato, all'improvviso, in una fitta nebbia strana che ci
ha impedito di leggere le ultimissime sulle ruberie della politica nostrana.
Meglio
così! - ci diciamo in coro - di Venezia, del Mose e del “moro...so”..lungi da
qui!
E
m'è venuta anche un po' di rima, pazienza!
Tutti
sul trenino gommato e affaticato, da Fornelli, accesi solo dal sole, a
girovagare su lastricato, su asfaltato con un po' di granitico secolare,
discese e salite in mezzo alla natura incontaminata, doline bruciacchiate e
solitarie, la nostra macchia mediterranea, quasi unica in quest'isola, dove gli
asini, anche quelli albini, la fan da padrini, non da padroni, perché
accompagnati, ahimè! da cinghiali e capre in numero decisamente maggiore.
Spettacoli
mozzafiato: la natura, le rocce e i loro anfratti, a picco sul mare, piccole
falesie, orme di scogli che appaiono e scompaiono, in quell'acqua non ancora
contaminata da quella tale civiltà che l'uomo le fa girare intorno.
Insula
sinuaria che si forma da Fornelli e
su e giù camminando, trenino o bicicletta o jeep, in una coreografia di colori
spalmati sui nostri occhi che...godono di quella vista, incantati.
E
via via altre diramazioni: Santa Maria, Tumbarino, Cala Reale, Trabuccato per
finire a Cala d'Oliva, primo e vero borgo abitato dell'isola, senza dimenticare
quelle e altre spiagge accessibili come Cala Sabina e Cala dei detenuti.
Cala
Reale, oggi, potrebbe essere il borgo principale, messo in ordine, accogliente
e ordinato com'è, con le sue palazzine che sanno di storia, quella vera e della
quale pochi studiosi han fatto menzione, se non per gli anni durante i quali il
colera era padrone di casa e la chiesetta austro-ungarica, col suo ossario, ne
è tragica testimonianza.
Eppoi
il silenzio, sovrano incontrastato, con la sua musica, i suoi brusii, i suoi
incanti.
Eppoi?.....eppoi
sua figlia, questa volta legittima e che da sempre si chiama Poesia, una volta
“signora”, ora ri-diventata “signorina”, bisogno come ha di crescere e di
farsi ri-ascoltare.
E
in quest'isola, credetemi, la poesia si fa ascoltare, diventa prepotente e
prorompente, implode ed esplode, deliziosamente silente ma con quella forza
d'animo, la nostra che, trasferitasi qui, ci trasforma, ci fa dimenticare il
bene e il male dell'altra nostra isola, vicina o lontana, a seconda di come la
si voglia vedere.
Ed
è qui che tre distinti signori si son presi la briga di imprigionare pensieri,
sentimenti ed emozioni altrui, essendone loro stessi interpreti, per la seconda
edizione, senza fronzoli o sogni nel cassetto, ma solo “cose” fatte di
semplicità, di incontri, di compagnia, di scambio di idee, serie però! non da
buttare al vento!
Scherzosamente,
ed Eugenio Cossu è maestro, mi vien da
scrivere “ Ciappa, Ciappinu e Mararazza”, giusto quei tre personaggi di
cionfraiola memoria, che in questa occasione ne han dette di tutto e di
più ma al contrario!
Eugenio
Cossu, Antonello Bazzu, Mario Marras, sono quei tre signori sopra nominati e
credo non abbiano intenzione di abbandonare questa loro creatura-creativa,
sempre in quel contesto, dove ognuno di noi non deve sembrare ma deve essere,
anima e corpo, in un tutt'uno, verità e bellezza che solo la poesia, nei suoi
versi, sa donare, fa niente che siano in lingua sarda, in dialetto alloglotto o
in italiano; importante è essere.
E
coloro che hanno partecipato a questa seconda edizione de “L'isola dei Poeti”?
Uno
più “bello” dell'altro, in primis le signore donne che sanno affascinare e alla
luce del sole e al buio, illuminato davvero da stelle non cadenti, brillanti e
alla fine anche simpaticamente ciarliere.
Un
bis proiettato verso un tris a venire, senza vincitori, semmai e ancora con
tutti noi, vinti dal fascino di questo lembo di terra, fatto di mare e di
amore.
Ad
maiora!
Gavino
Puggioni
il
9 di giugno 2014
Non può mancare, dopo aver letto questo interessante e coinvolgente articolo del poeta Puggioni, una spettacolare galleria fotografica che raffigura affascinanti particolari dell'Isola dei Poeti: L'Asinara
E, giustamente, il nome di Gavino anche sulla lapide a ricordo di quel Santo Martire!
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