
nei tuoi laghi,
sponde sicure
erano le ciglia.
Vagammo poi
con il tuo destriero
a due cilindri
per vie sassose
senza meta.
Spalle di roccia
si riposavano
là, dove lo sguardo
correva sull'erba verde.
Ginestra esplosiva
mi aprivo
fra quelle rocce;
ascoltava la lucertola,
si perdevano le voci
fra le cime dei cipressi.
I sogni, sono rimasti
nelle tue tasche polverose,
il bianco destriero
ormai,
è un ammasso di lamiere.
Graziella Cappelli
Da (Son cresciute le ortiche) 1999.
Le metafore danno ai versi un'intensità poetica forte e bella e fanno risaltare le emozioni date dall'amore.
RispondiEliminaChe sorpresa!
EliminaGrazie, Gavino!
Grazie, Giovanni!