La poesia è una grande potenza.
Si estende per miglia e per anni,
maestosa,
severa,
impassibile,
spargendo una luce tranquilla.
Ha strutture imponenti,
strutture minuscole,
steccati di menzogne, boschetti di bontà,
ingenue piante oneste,
tossici fiori azzurri.
Quanto più ci si innalza,
più concreti
sono i frutti del suo grande travaglio -
città che austeramente si sollevano
sul tramonto minuto dei sobborghi.
Sono la scialba fiamma delle stelle,
fra un ticchettìo di ferri di cavallo
e di gocce, Lèrmontov nereggia
con tragici contorni di palazzi,
con l'ironia di silenziosi vicoli.
Villaggio fra betulle quiete, Esènin
guarda lontane strade mattutine.
La città Majakovskij
ronza,
fuma.
La città Blok, severa e appassionata,
è coperta di neve. Nei giardini
folti, negli orti annegan le pianure,
rombano le foreste senza viòttole,
e in lontananza
fra la nebbia appare
la previsione di città future...
Evgenij Evtusenko
da Poesie, a
cura di A.M. Ripellino
Einaudi, Torino 1961
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