Sei nata
nel mio giardino
d’inverno
sopra una coltre
soffice
di foglie.
C’erano ancora
sugli steli nudi
bocci di rose
ricordo
di una calda
stagione.
Filtravano
da nubi nere
raggi di sole
che come lame
brillavano
sull’oro delle foglie.
Ti ho amata
quando
la tua pelle
sapeva
di latte
ma…
in fretta
sei cresciuta.
Ora tu…
appartieni all’Universo.
.
Grazie di cuore ragazzi!
RispondiEliminaAbbracci.
Graziella
De nada! E' bellissima Graziella, la tua poesia dedicata.
RispondiEliminaTi abbraccio