Ho ascoltato le voci di fuori e di dentro
e vecchi impasti di parole stantie
come fosse dovuto un lamento.
Non sono certo d’avere compreso
il senso da dare alle cose
o il rumore dell’acqua che scende
prima di trasformarsi in vapore.
Mi sono impegnato ad incidere
muri di gomma
per lasciare una traccia
sul bagnasciuga del divenire.
Ho costruito effimere dighe
per fermare il tempo
e regalare quelle poche certezze
come castelli di carta
quando soffia il vento.
Non è rimasto più niente
salvo qualche tronco
inerte di fianco
per farmi tossire
quando ripasso ricordi.
Lorenzo Poggi
Da Muretti a secco
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