LA RAPPRESENTAZIONE PITTORICA DI GIOVANNI DE SIMONE
IN SCENA: I PICCOLI “REPERTI” DI CARTA COLORATA dal mare di carta tagliata i colori trovati incollati liberi nello spazio placano l’anima (Giovanni De Simone) L’opera d’arte è il luogo della libertà, ma anche il luogo della “rappresentazione”. Rappresentazione, semplicemente, di tutto ciò che si vede, si sente e si tocca o del suo esatto contrario. Io ho sempre “immaginato” che il mondo dell’arte terminasse proprio così: il vialone dei sogni diventa il sentiero estremo… concluso, là in fondo, dalla barriera di tanti colori intrecciati. E su questa barriera un cartello, al vento, con su scritto: “FINE DEL MONDO” VIVE. Ecco detto; mi sono tolto il malessere, il timore (di fratello pittore) di organizzare il giusto approccio alle opere pittoriche di Giovanni De Simone. Ora mi trovo davanti a loro in una condizione d’autentica libertà. Diversi sono i cicli di lavoro di Giovanni. Ogni ciclo ha una sua tematica, ma hanno tutti un unico filo conduttore: rappresentare la pittura e l’essenza delle cose. E’ un percorso il suo che parte dall’anno 1964 con il ciclo “Forme e colore” ed arriva a tutt’oggi con due cicli: ”Micropere” e “Colore trovato”. Questi ultimi cicli sono quelli che hanno “fatto centro” e colpito di più il mio credo pittorico. Descrizione: Supporto di cartoncino riciclato di cm. 4,5 x 4,5 o cm. 9 x 13: piccole opere realizzate con materiali vari e con frammenti di carta colorata presi qua e là, e deposti in un “cofanetto” con sopra scritto “dare vita”. Risultato: Opere di forme ora dure come la pietra ( penso alla pietra lavica del Vesuvio), ora molle come il sangue di dimenticate ferite; c’è l’innesto di questi piccoli reperti di carta ed il sapore del pane di grano maturato sotto il sole partenopeo, ci sono, a volte, forme sfumate come la campitura azzurra di un cielo di Leonardo. Ogni relazione tra segno e “cose”, tra segno, materia, luce ed ombra è ottenuta senza uso del pennello o del colore. La presenza del colore, se c’è, è ridotta all’essenziale. In scena, in ogni caso, ci sono loro: i piccolissimi frammenti di carta colorata. Sono loro i veri protagonisti della rappresentazione pittorica E tu Giovanni, così facendo, d’accostamento in accostamento, di sovrapposizione in sovrapposizione, metti a nudo la fragilità e la “morte” delle cose trovate, non per rappresentare la morte dell’Arte ma per prendere coscienza e rappresentare la sua eternità.
Vincenzo De Simone
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martedì 15 maggio 2012
Giovanni De Simone
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Complimenti vivissimi!
RispondiEliminaGraziella