In un'acqua d'azzurro colorata
Che di un metallo prodigioso, dolce,
Tingono i cìtisi dalla luce d'oro,
Un gran vascello drizza i suoi aerei
Alberi, accolti dall'abisso in alto
E nell'acqua riflessi; il giorno attizza
La residua luce. Il Cielo è stanco
Di colorire e di sbiancare i falpalà
Che il vascello ha sugli alberi, e di fare
Sature l'acque di sé, le acque amare
Di tinte tolte al fiore della luce
Che si esiliò. Il che rende malate
Le acque e fredda la luce e intorbidata,
E fa apparire come in sogno il grande
Vascello che si allunga, ora, perduto,
Tra le onde accumulate sopra e in basso.
Antonin Artaud
(1896-1948)
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