Hai lasciato dileguare
così, Shajahan,
la tua potenza regale,
ma era il tuo desiderio
immortale
una lacrima d'amore.
Il tempo non ha pietà del
cuore umano,
deride il triste dolore
del ricordo.
Tu l'hai sedotto con la
bellezza,
l'hai fatto prigioniero e
alla morte
hai dato incancellabile
forma.
Il segreto sussurrato
nella quiete notturna
all'orecchio del tuo amore
è scolpito per sempre nel
silenzio della pietra.
Finché i regni vanno in
polvere
e secoli e secoli si perdono
nelle tenebre,
sospira il marmo ancora
alle stelle:
“Io ricordo”
La vita però dimentica...
è chiamata l'Interminabile
e, libera dai pesi,
procede nella corsa,
lasciando il suo passato
alla desolata forma della
bellezza.
Rabindranath Tagore
da Dono d'amore
(Palataka)
a cura di Brunilde
Neroni
Ugo Guanda Editore
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