Fuori
per campi e boschi
e
oltre le mura ho viaggiato
salito
su colline panoramiche
ho
guardato il mondo, sono sceso
per
la via grande son tornato a casa
ed
ecco, ho terminato.
Le
foglie sono tutte morte a terra
ma
la quercia le sue trattiene
per
ammucchiarle una a una
e
lasciarle graffiare e strisciare
fuori
sulla crosta di neve
quando
le altre staranno a riposare.
Confuse
e immobili le foglie morte
non
più sbattute qua e là
l’ultimo
astro solitario è scomparso
appassiscono
i fiori dell’hamamelis
ancora
cerca e si tormenta il cuore
ma
i passi domandano «dove?».
Ah,
quando mai al cuore dell’uomo
fu
meno che un tradimento
lasciarsi
alla deriva delle cose
cedere
con grazia alla ragione
e
piegarsi e accettare la fine
d’un
amore o d’una stagione?
(Robert Frost – Mountain interval, 1916 -
trad. Giovanni Giudici, in
"Conoscenza della notte e altre poesie", Mondadori editore, 1999)
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