Ho
rabberciato il mio cuore sconfitto
Da
uno spigolo acuto di uomini ignobili
Non
conosco odio ma profonda pietà
Per
una parte di mondo privo d’umanità
Ho
steso un velo di cenere grigia
Su
gente che abusa, soprusa, confusa
Forse
sopraffatta da una mente malata
Ripiena
della propria tronfia albagia
Ho
messo una sterile garza
Pensando
che, medicato il mio cuore
Possa
guarire dal profondo dolore
Causato
da azioni disumane
Provo
pietà dolore lacerazione interiore
L’odio
non mi appartiene ma penso
Che
il diffuso male dell’uomo sia denso
D’intrinseci
e laceranti significati
In
fondo o forse in superficie
Sono
essi un po’ bestie e non animali
Poiché
l’anima accompagna ragione
Mentre
i mostri hanno lacune abissali
Non
odio però di continuo mi chiedo
Come
possa esistere umana sorte
Capace
di tanti misfatti, non vedo
Significato
alla loro vita: a morte!
E che Dio mi perdoni.
Danila Oppio
Inedita
Nessun commento:
Posta un commento