Mi partorirà il glicine
quando il
folto delle membra prenderà il viola
e l'esporrà al solco profondo del cuore
ma non so se me ne andrò senza scarpe
a battere
le strade e i cammini porosi
che gravitano d'assuefazione.
Le strade avranno altri nomi
quando rinascerò
nella fortezza santa priva d'orpelli
creatura d'osso e viandante per i mari profondi
denudati
, viola ho detto, della misticanza ingenua ed armigera
che spetta alla donna, quella che alza la sua
sfida bianca
e inveisce contro il cielo,
che si scrolla con i capelli il ventre in un
solo istante
come il momento esistito ed ora nascosto dalle ombre,
vacuo entroterra di miniere rosa e riflessi
Alessia d’Errigo
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