domani, il giorno del poi e del mai, comprerò violette
come dono agli dei, per sacrificargli il mio elefante cuore.
domani verrà privo di striature, bianco e folto
da risiedere intero nel mio seno, senza curve, solo riposo.
domani saprà di foglie cadute e d'escoriazione di pelle e tronchi,
freddo marmo che avvolgerà il mio nefasto in primavera.
domani partorirà la sua foga di vita, la sua trota esposta al banco,
la riverenziale forma che m'espropria illusoria, di me, di te.
domani ha sette mani una per ogni giorno moltiplicate all'infinito,
io resterò infinito, senza più parole, solo trasparenze.
domani mi creerò un'appendice d'uomini fatti per la vita
ma non so se lo dirò a nessuno.
Alessia D'Errigo
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