Paolo le telefonò dicendole che per alcuni giorni
sarebbe stato impegnato per incontri in una città diversa da quella in cui
abitava. Lei gli chiese che cosa riguardassero, e le rispose che si trattava
della messa in posa di una lapide alla memoria dei caduti durante l’ultima
guerra. Le raccontò tutto questo per giustificare la sua assenza dalla posta
telematica.
Va bene – replicò, anch’io ho alcune faccende da
sbrigare, dentro e fuori casa. La mattina successiva, Diana trovò una nuova
email di Lara, in cui le comunicava che sarebbe andata a trovare Paolo, e che
aveva già prenotato il viaggio in treno e le notti presso un Bed & Breakfast. Lara era amica comune di
Paolo e Diana, quindi le rispose di essere molto contenta della visita a Mantova,
che Lara aveva progettato tanto per visitare qualche museo e un rapido giro
della città, in compagnia di Paolo, che si sarebbe trasformato per l’occasione
in una valida guida turistica.
Ma allora perché Paolo le aveva mentito, dicendole
altra cosa? E soprattutto per quale motivo non le aveva semplicemente detto che
attendeva Lara. Non solo glielo aveva taciuto, ma aveva spudoratamente
mentito, coprendo la visita di Lara come fosse qualcosa da tenere segreta.
A quel punto, Diana si domandò quante altre volte
Paolo le aveva raccontato delle frottole, e come lei avesse potuto credere
nella sua sincerità. Che male ci sarebbe stato, ammettere che era felice di
incontrare nuovamente Lara? Lo era anche Diana, e volentieri li avrebbe
raggiunti, se non avesse avuto impegni improrogabili che la trattenevano a
casa.
A quel punto, Paolo si sentì smascherato, e invece di
agire come una persona corretta avrebbe dovuto, scusandosi, giustificandosi,
aggredì Diana, dicendole cose che non si sarebbe mai aspettata da lui….o forse
si? A quel punto, la fiducia nell’amico era svanita come una bolla di sapone al
sole.
Lui, che si proclamava persona sincera, un uomo probo
stimato dalla sua cerchia di amici e parenti, era tanto falso da inventarsi
impegni che non esistevano che nella sua immensa bugiardaggine, si permetteva
di accusare Diana, per il solo fatto di aver scoperto le sue menzogne…menzogne
che non sarebbero dovute esistere, poiché Diana era informata dell’amicizia tra
Paolo e Lara, così come lei era amica di entrambi.
Diana non sa più cosa pensare, a chi credere, ne è
sconcertata, delusa, amareggiata. La domanda che si pone, e che le ronza in
testa da un bel pezzo, è sempre la stessa: se Paolo mi ha mentito su un fatto
tanto normale, onesto, quali più grandi menzogne mi ha raccontato lungo il
corso della nostra amicizia? Come poter ancora credere in lui? Quella bugia assurda,
e così ingenua, poiché Paolo avrebbe dovuto sapere che Lara non le nascondeva
nulla, limpida come fonte cristallina, aveva comunicato di questo suo viaggio
anche ad altro amico comune, tutti amici dislocati in città differenti, ma
legati dalla stessa passione, quella della scrittura. E così anche l’amico di
Como ha confermato a Diana che Lara gli aveva scritto in proposito, emozionata
per la nuova esperienza di un viaggio in treno tutta sola, di poter visitare
una città che aveva visto solo di sfuggita, anni prima, percorrendola
velocemente in auto. E desiderosa di incontrare nuovamente Paolo, al quale
avrebbe consegnato un libro scritto proprio da Massimo, l’amico di Como.
Ma che giostra di amici! Come un’auto di cui tra le
quattro ruote, una era forata, e quindi si muoveva sbandando.
Diana parlò a lungo con Massimo, il quale le suggerì
di non farsi travolgere dal dolore per quanto accaduto, e aggiunse che la sua
speranza si basa sul fatto che Lara non debba mai accorgersi di quanto poco
credibile sia Paolo, che non debba scottarsi come è successo a Diana. Gli amici
che deludono, sono quelli sui quali di solito si ripone la massima stima e fiducia,
perché da quelli un po’ faciloni, superficiali, bugiardelli, non ci si fa certo
ingannare, si prendono per quel che sono, dei burloni con i quali scherzare e
ai quali si dà il peso che meritano. Ma quando un amico del quale si era
fiduciosi, viene “sgamato” in una bugia che si è vista subito galleggiare come
un turacciolo sopra uno specchio d’acqua, si rimane sbigottiti: a causa della
faciloneria con cui ha inventato una storia non vera, in una situazione in cui
la verità non avrebbe potuto far altro che bene a tutti quanti. Se poi questo
amico, invece di chiedere perdono o quanto meno dare spiegazioni del suo
assurdo comportamento, si rivolta contro colei che lo ha preso in castagna,
allora c’è da domandarsi: ma questo era davvero un amico?
La risposta che Diana ha trovato, l’unica
accettabile, è un NO netto e chiaro. No, Diana, non era tuo amico, ti ha
sfruttato fin che ne ha avuto bisogno, tutte le volte che gli potevi essere
utile. Ma di cosa ti meravigli, Diana? Lui stesso ti ha più volte detto che si
serve delle persone che contano, degli amici che si trovano in posizioni che
potrebbero fargli comodo, per ottenere qualche agevolazione, e che s’intrufola
negli ambienti che possono aprirgli qualche porta, perché non hai capito prima
che la stessa cosa l’ha fatta con te?
Grazie Lara, per la tua sincerità, e grazie Massimo,
per la tua comprensione e per le parole di conforto che mi hai saputo dare, una
spalla su cui piangere tutte le mie lacrime, i tuoi consigli, come un
fazzoletto in cui raccoglierle!
Eh si, perché, per Diana! Diana sono io e ammetto che
tendo a concedere fiducia a tutti, nessuno escluso, perché penso che le persone
siano oneste e sincere, generose e altruiste…che emerita ingenua sono stata!
Un racconto
di
Danila Oppio
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