Sorge presto questa sera la luna,
sembra emergere dall’acqua del canneto,
in quell’immobilità del tempo
che è proprio il passaggio dal giorno alla notte.
Ai richiami degli acquatici si sostituisce
il canto triste e melodioso delle ninfe
imprigionate dall’oblio.
E nella bruma che si corica sulla superficie
di poco increspata dalla brezza
par di vedere scivolare le lunghe barche dei guerrieri
che riprendono possesso di un mondo tutto loro.
Le armature scintillanti,
i volti tesi,
lo sciabordio dei remi,
avanzano a riconquistare il ricordo di un’epoca passata,
che solo il sogno sa vedere e capire.
Un altro mondo, che è profondo in noi,
senza che lo sappiamo,
e che scompare nel volger di un attimo
ai primi bagliori di luce che si accendono a oriente.
Da Canti celtici – Il Foglio, 2007
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