(Innanzi
al quadro di D.G. Rossetti)
Tenue,
velata dal sogno divino
che
gonfiò l’anima del suo poeta
angosciosamente
una segreta
passione
mostra sul volto supino.
Sorge
dall’ombra ed un lento mattino
le
piove tra le mani una quieta
luce
che il cuore pianamente acqueta
e
le imbianca il volto alabastrino.
Assorta
in un pensiero ella l’amore
del
pauroso giovane non sente,
abbassa
gli occhi sul volto rapito,
sul
volto che protende a un infinito
dolore,
muta rassegnatamente
e
un colombo le posa in grembo un fiore
(Cesare Pavese – Prima di “Lavorare stanca”, 1923-1930)
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