In ricordo di Giovanni Segantini, del quale ricorre oggi il compleanno!
Giovanni Segantini, il maggiore pittore divisionista italiano,
nasce ad Arco in provincia di Trento il 15 gennaio 1858.
Dopo un'infanzia drammatica a causa delle ristrettezze economiche e della morte della madre quando Giovanni ha solo sette anni, viene affidato alla sorellastra.
I ragazzo finisce rinchiuso in riformatorio per vagabondaggio dove resterà fino al 1873, quando viene affidato al fratellastro Napoleone, residente a Borgo Valsugana dove possiede un laboratorio fotografico.
Per qualche anno Giovanni Segantini lavora nel laboratorio fotografico affinando la sua sensibilità artistica, cosa che lo spinge ad applicarsi allo studio della pittura.
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Per alcuni anni Giovanni Segantini vive in Brianza, spostandosi alla ricerca di nuovi paesaggi che riprende con Emilio Longoni, stipendiato come lui dai Grubicy, con la cui organizzazione sottoscrive, nel 1883, un contratto esclusivo.
Dopo un'infanzia drammatica a causa delle ristrettezze economiche e della morte della madre quando Giovanni ha solo sette anni, viene affidato alla sorellastra.
I ragazzo finisce rinchiuso in riformatorio per vagabondaggio dove resterà fino al 1873, quando viene affidato al fratellastro Napoleone, residente a Borgo Valsugana dove possiede un laboratorio fotografico.
Per qualche anno Giovanni Segantini lavora nel laboratorio fotografico affinando la sua sensibilità artistica, cosa che lo spinge ad applicarsi allo studio della pittura.
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Per alcuni anni Giovanni Segantini vive in Brianza, spostandosi alla ricerca di nuovi paesaggi che riprende con Emilio Longoni, stipendiato come lui dai Grubicy, con la cui organizzazione sottoscrive, nel 1883, un contratto esclusivo.
Dal 1878 al 1879 frequenta corsi regolari all'Accademia di Brera, segue le lezioni di Giuseppe Bertini e stringe amicizia con Emilio Longoni, allora aspirante pittore come lui.
Nel 1880 si sposa e si trasferisce con la moglie a Pusiano in Brianza, dove dipinge con il sostegno finanziario di Vittore Grubicy che con il fratello si occupa del mercato dell'arte.
Per alcuni anni Giovanni Segantini vive in Brianza, spostandosi alla ricerca di nuovi paesaggi che riprende con Emilio Longoni, stipendiato come lui dai Grubicy, con la cui organizzazione sottoscrive, nel 1883, un contratto esclusivo.
Nell'ambito accademico il "Verismo Lombardo" va per la maggiore e le prime opere di Segantini risentono di questa influenza.
Durante l'Esposizione Nazionale di Brera del 1879, viene notato dalla critica milanese, incontra il pittore ungherese Vittore Grubicy, che ne intuisce il talento e col quale instaura un rapporto Nel 1886 Giovanni Segantini si stabilisce a Savognino nel Canton Grigioni con la famiglia che è cresciuta (4 figli).
Spinto dal gallerista Grubicy, inizia il progressivo avvicinamento alla tecnica divisionista, prima con alcune sperimentazioni ed in seguito con un'adesione totale, affinando, nello stesso tempo i suoi interessi culturali collaborando anche a riviste d'arte.
I commercianti d'opere d'arte, i fratelli Grubicy promuovono i suoi lavori e accrescono la sua fama per mezzo di una intelligente attività promozionale.
Nelle opere del periodo brianzolo
i soggetti preferiti di Giovanni Segantini riguardano la vita agreste, il
lavoro nei campi, il pascolo, la tosatura e la filatura, nello sforzo artistico
di liberarsi dell'impostazione accademica per trovare uno stile personale.
All’Esposizione Internazionale di Amsterdam gli viene assegnata la medaglia d’oro per la prima versione del dipinto “Ave Maria a trasbordo” e, nell’autunno del 1885, inizia quello che rimarrà forse il suo quadro più conosciuto, “Alla stanga”.
All’Esposizione Internazionale di Amsterdam gli viene assegnata la medaglia d’oro per la prima versione del dipinto “Ave Maria a trasbordo” e, nell’autunno del 1885, inizia quello che rimarrà forse il suo quadro più conosciuto, “Alla stanga”.
Alla stanga |
Nel 1886
Giovanni Segantini si stabilisce a Savognino nel Canton Grigioni con la
famiglia che è cresciuta (4 figli).
Spinto dal gallerista Grubicy, inizia il progressivo avvicinamento alla tecnica divisionista, prima con alcune sperimentazioni ed in seguito con un'adesione totale, affinando, nello stesso tempo i suoi interessi culturali collaborando anche a riviste d'arte.
Spinto dal gallerista Grubicy, inizia il progressivo avvicinamento alla tecnica divisionista, prima con alcune sperimentazioni ed in seguito con un'adesione totale, affinando, nello stesso tempo i suoi interessi culturali collaborando anche a riviste d'arte.
Ammiratore dei divisionisti francesi, applica in modo originale questa tecnica ai suoi dipinti, che assumono la caratteristica luminosità cristallina.
Il divisionismo che nasce ufficialmente nel 1891, quando le prime opere divisioniste vengono esposte alla Triennale di Brera, è una particolare tecnica, che consiste nell’accostare i colori puri e applicarli sulla tela a piccoli tratti.
Segantini
ottiene vari riconoscimenti sia in campo nazionale che internazionale e matura
anche un proprio orientamento simbolista ma, assillato dai debiti, nel 1894
abbandona Savognino e si stabilisce in Engadina al Passo Maloja.
La vita in questi luoghi incontaminati e solitari, intensifica l'innato misticismo di Segantini.
In molti dipinti di Giovanni Segantini degli anni '90, appare evidente il Simbolismo che alla fine del secolo si affermerà in Europa aprendo le porte all'Art Nouveau del nuovo secolo.
La vita in questi luoghi incontaminati e solitari, intensifica l'innato misticismo di Segantini.
In molti dipinti di Giovanni Segantini degli anni '90, appare evidente il Simbolismo che alla fine del secolo si affermerà in Europa aprendo le porte all'Art Nouveau del nuovo secolo.
Invitato a
collaborare alla realizzazione del padiglione dell'Esposizione Universale
di Parigi del 1900, Giovanni Segantini prepara il "Trittico della Natura".
Proprio per completare quest’opera il 18 settembre del 1899 l’artista sale ai 2.700 metri dello Schafberg, ma, colpito da un violento attacco di peritonite, Giovanni Segantini muore il 28 settembre 1899.
Proprio per completare quest’opera il 18 settembre del 1899 l’artista sale ai 2.700 metri dello Schafberg, ma, colpito da un violento attacco di peritonite, Giovanni Segantini muore il 28 settembre 1899.
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