Canto quando mi bagna
dolce l’acqua del fiume azzurro della vita,
canto per tutti gli
usignoli della notte che bevono rugiada variopinta
e canto e canto per i
baci del cielo che sfiorano le labbra degli angeli incantati,
canto sempre alla
fonte della vita, per i fiumi, per il mare, per i laghi e i biancospini.
Canto quando l’acqua
ti bagna tenero giglio di luna che dormi come un bimbo,
canto quando ti chini
sotto il peso di una piccola farfalla che ti vuole accarezzare,
canto per i mandorli
imbiancati dalla neve, per il corbezzolo d’oro, per l’asfodelo biondo,
canto sempre e sempre
ritorno ad ascoltare l’antica melodia delle cicale innamorate.
E canto per le fate e
le libellule che danzano nelle incantevoli albe senza nubi,
canto per le stelle
che piangono, per il sogno di un pescatore di rondini di mare,
canto per il mare,
sempre canto per quest’acqua chiara che mi ristora il viso,
che mi pulisce
l’anima, che inonda le valli stupende dove vivono le regine del sole.
E canto per il sole
che non prosciughi l’acqua, che non distrugga le fonti dell’amore,
canto per l’amore e
canto per sempre, per questi fiori di corallo che mi abbagliano,
per le sirene-argento
che guizzano festanti fra le onde e la sabbia, fra la vita e la morte,
per le anatre verdi che si levano in volo e raggiungono le immense primavere.
Canto per le lucciole
spente, per le cicogne-ìndaco che sfidano le pecore,
per i giardini aridi
di cloni senza cuore, per i narcisi neri periti fra le volpi,
per i violini sordi,
per le violente mani che picchiano il destino,
e canto sempre canto
fino all’ultimo sogno, fino all’ultima aurora.
Canto per le colombe
e le allodole, per i pesci-venere, per il cielo che li accoglie,
per le aquile che si
son perse nelle lunghe distese di arcobaleni attorcigliati di gioia,
canto per la noia dei
pescatori di arpe ammutolite, canto e se canto piango,
piango e per sempre
piango, ma sono lacrime per altre fonti, per altri fiumi.
Per altri mari che
invocano acqua limpida, per altri fiori, per altra vita.
Antonio Rossi
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