Un altro giorno di baldoria
dentro questa botte ferrata di pensieri giulivi
dove un violino disaccordato
dimenticava le sue passioni d'amore
Intorno, nuvole d'allegoria
si muovevano annichilite da voli di gabbiani
in festa per una barca di gomma piuma
che rifiutava l'acqua del mare
Giovani musulmani in preghiera
avvinghiati a pietre sconosciute
sorridevano abbracciando ombre di speranza
confuse da una pietà senza lacrime
Il grande capo di questa immensità
ordinava a tutti di coprirsi di polvere bagnata
muti i lamenti, lontani i dolori
gli occhi socchiusi per tanto splendore
I treni viaggiavano senza fili elettrici
e le rotaie erano scie di fuoco
dove la fede umana moriva in anfratti profondi
di felicità, sposata all'eterno desiderio
Chi guidava i treni superveloci e trasparenti
guidava anche il mondo che, in quest'era post-moderna
andava al rovescio, oltrepassando tutti i muri
fatti di bugie e mille cantastorie erano contenti
Non c'erano fiori perché la cenere
ridondava le sponde della bellezza, consunta
da mani di granchio che graffiavano
i figli appena nati di questa terra martoriata
Gli alberi invece crescevano a dismisura
sfidando gli aeroplani e i raggi del sole
abbattuti all'ora del tramonto
da rivoli quieti di una luna stanca
La botte ferrata era sempre piena
ora rotolava tra sentieri di formiche operose
schiacciando pietre del tempo futuro
riflesse nella pioggia benefica di primavera
E gli uomini, offesi da rumori strazianti
dormivano supini, con la meraviglia
che annunciava loro altri giorni di festa
senza bandiere e senza proclami
Al XXVIII° Premio Mondiale di Poesia Nosside 2011 di Reggio Calabria questa poesia ha ottenuto una Menzione, con attestato e pubblicazione in antologia.
Stupenda!
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