Ma è ora di dire
basta!
Cronaca spicciola, mica tanto, di questi giorni che si
avvicinano ai ....baccanali di fine anno.
Desidero che si dimentichi, ricordandola ancora una volta,
quella festa inusitata, stupida e maldestra che viene chiamata di Halloween, da
noi italiani importata e scimmiottata, sempre insulsa, da quattro soldi, di
finto orrore, da “celebrare” il 31 di ottobre, ovviamente globalizzata.
Che dopo, di quattro soldi se ne spendono veramente tanti,
inutilmente, senza senso e, almeno questo, dovrebbe far riflettere e non poco,
di questi giorni infelici!
Ma perché abituare i nostri bambini-adolescenti a una
ricorrenza che non ha niente ma proprio niente a che fare con noi, che italiani
siamo e lo saremo?
Perché ci dobbiamo adeguare ai “bisogni oziosi”, dicono
rilassanti, di altri popoli quando ognuno di questi ha il suo bel carnevale? E
siamo anche lontani dal nostro carnevale!
Ma è una necessità?
Ma è un bisogno? O è solo stupidità di bassa fattura? e non me ne
vogliamo i così detti benpensanti.
Le nostre famiglie (tutte benestanti? senza problemi?) non
possono trovare il coraggio di dire ai loro pargoli che questa festa non s'ha
da fare?, perché è inutile, perché fa spendere altri quattrini, perché li fa sembrare
quelli che non sono, e non siamo, perché possiamo vivere delle nostre
ricorrenze, anche allegre, che non hanno niente da invidiare a quelle d'oltre
oceano.
Quand'è che decideremo di vivere delle nostre ricorrenze,
antichissime e bellissime, senza dover andare a copiare quello che altri fanno?
Ma perché non decidiamo di rispettare le nostre tradizioni nella nostra amata
lingua, anche nei nostri diversi dialetti che vanno perdendosi in tutte le
regioni del nostro paese?
Certo, i perché sono tanti e tutti meriterebbero una
risposta e seria.
Soprattutto oggi, con questo nostro paese attanagliato da
una crisi spaventosa che non trova similia nei decenni passati, leggiamo ancora
di questa festa a cui si dedicano ingenti risorse, umane e finanziarie, pubblicità e mirabilia, a cui i nostri bambini
pare non resistano, complici però babbo e mamma che dovrebbero, invece,
snobbarla e poi eliminarla.
E dopo, perché chiamarla “festa”, e di che?
Non ne abbiamo già a sufficienza?
E allora, domani, 31 ottobre 2013, perché non rivolgiamo un
pensiero a tutti quei bambini, in Italia e nel mondo, che non conoscono il
significato di quella parola, magari inviando loro un messaggio di solidarietà
umana?
Gavino Puggioni
Concordo pienamente, tant'è che ho condiviso questo articolo sui miei blog, su FB e su Google Plus.
RispondiEliminaBravo!
Sembra di sentirle urlare tutte queste parole – uniamoci, almeno con il pensiero, affinché il prossimo anno si possa dedicare questo giorno a chi ha più bisogno – a volte bastano anche solo pochi verbi onde annullare situazioni che fanno accapponare la pelle – se non si comincia, mai potremo vedere dei risultati. Ma come facciamo – siamo un granello di sabbia in un mare in tempesta! Berta Biagini
RispondiEliminaCondivido pienamente! Halloween è una ricorrenza che fanno bene a festeggiare i popoli che l'annoverano tra le proprie tradizioni, ma a noi non appartiene proprio!
RispondiEliminaSono ridicoli i nostri bambini che se ne vanno in giro come i loro coetanei americani o di origine celtica in generale, ma ancor più ridicoli sono quegli adulti - genitori e insegnanti - che assecondano l'attecchimento di tradizioni culturali che vengono da fuori e che così facendo favoriscono una delle peggiori forme di globalizzazione! Non abbiamo bisogno di scimmiottare nessuno: per fortuna abbiamo le nostre festività!
Che si insegni semmai a parlare la lingua inglese come si deve ché, ahinoi, spesso la qualità dell'insegnamento in questo campo è abbastanza improvvisata e approssimativa...
Laura Vargiu
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RispondiEliminaInfatti Laura, apprendere le lingue straniere - parrebbe una contraddizione, ma non lo è - serve soprattutto per comunicare e rompere quelle barriere tra i popoli che un tempo, a causa della mancata istruzione, erano insormontabili.
RispondiEliminaMa dal desiderare di conoscere linguaggi diversi dal nostro, al voler assorbire a tutti i costi tradizioni che non ci appartengono, ne passa.
Se vogliamo, anche l'abete di Natale, e le luminarie, sono tradizioni celtiche. E sono entrate nel nostro uso corrente. Ma, a differenza delle pagliacciate di Halloween, sono piacevoli, creano una certa atmosfera accogliente. Tornando all'inglese, ne sa qualcosa mio figlio, insegnante di quella lingua al British Council, affermando che la lingua anglosassone insegnata nelle scuole medie inferiori e superiori, è a livelli bassissimi e, mancando un lettore madre-lingua, la pronuncia lascia molto a desiderare. Ma con i tagli che stanno facendo nell'istruzione, andiamo di male in peggio.
Berta,siamo davvero un granello infinitesimale in una tempesta universale! Speriamo torni calma piatta e di riprendere a navigare su placide acque!