Eccone il commento: “Nelle falesie dell’anima”
Sin dal titolo si
entra subito nel mondo poetico di Gavino. Siamo di fronte a pareti rocciose a
picco sul mare apparentemente inaccessibili ma che nascondono crepe e anfratti
dove la musica dell’anima può alzare il suo canto di vita vissuta e sofferta
perché tocca con mano le nequizie del mondo. Siamo di fronte ad un sentire alto
in cui le metafore si fondono insieme alla cruda realtà per coinvolgere il
creato e le sue forze al servizio dei sentimenti del poeta, del suo modo di
rapportarsi con sé stesso e con gli altri. Il vento, le foglie, i cavalli, le
nubi, la luna, le stelle (cito qui alcuni versi estrapolati a caso: andirivieni
di nuvole cariche di speranza umana///nuvole d’allegoria si muovevano annichilite
da voli di gabbiani///alla fine sarò nuvola///ho bruciato il mio vento in una
caldaia di sentimenti///un fiume lento innamorato d’una clessidra adagiata ai
suoi argini///e ora che la luna è passata indosso un altro giorno) non sono
altri che biglietti da visita per entrare nel profondo di chi legge e si
abbevera tra i dolci ma disperati segnali d’un tempo che passa invano senza
risolvere guerre, stragi, morti ammazzati e morti d’inedia. Soprattutto i
bambini. Che il poeta vorrebbe con in mano le chiavi del mondo. E questa povera
terra, così bistrattata, senza futuro. La raccolta si divide in quattro parti:
“Del senso della vita” “Messaggi di silenzio” “Pensieri vagabondi” “E si fa
sera” ma non cambia il messaggio. Siamo sempre in presenza d’un lirico volo che
guarda dall’alto le nostre povere cose. Grazie Gavino per quanto ci hai dato!
Commento
di Lorenzo Poggi a Nelle Falesie dell’anima
Lorenzo Poggi
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