Piange
la bufera come un violino tzigano.
Cara
fanciulla, perfido sorriso,
magari
non sono timido per il tuo sguardo celeste?
Di
molte cose ho bisogno e molte non mi sono necessarie.
Noi
siamo così lontani e siamo così dissimili –
Tu
sei giovane, e io ho vissuto tutto.
Per
i giovani la felicità, io solo la memoria
devo
soffocare con la notte di neve.
Non
mi accarezzano – la bufera e il mio violino.
Il
tuo sorriso nevica nel mio cuore
(Sergej A. Esenin, 1925 – trad. Eridano Bazzarelli)
ed io raccolgo nel grembo caldo di nuove estate
RispondiEliminai semi del mio giardino incantato:
non spargere vento dove il seme è appena gettato,
in quel luogo la mia anima riposa in pace
la sono anch''io ora che il tempo ha consumato il mio breve spazio....
"poesieinsmalto"