Avvicinati.
Il raggio della sera si compie
contro il nero del tavolo, la
lampada batte buio e luce
prima di spezzarsi nel tuono.
Non
avvicinarti. Il futuro schiude vapore
come dalla storia l'opaco
marmo di un tempio.
Tutto è bianco:
il rovescio dei nostri visi
nelle foto
la terra rischiarata dalla
duplice vela dei lenzuoli.
Prendi una strada obliqua che
basti un bagliore a definire
una quiete, sottile unione
del lutto,
visone sotterranea di un
fiume sotto l'intreccio delle
dita.
Nel vento di queste sere non
esiste che vento.
Mi
hai chiesto di trattare il desiderio
come se fossi forte quanto il
tempo che scuote,
Così entra l'inverno quaranta
volte vissuto come tenebra
notte intera che tesse un grande spazio
silenzio del silenzio che
sbarrerà domani la finestra.
Antonella
Anedda
da Notti di pace occidentale
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