Volevo che il mio amore non
finisse
che resistesse intero – in disaccordo
perfino col ricordo e ignorasse il corpo
che da me si scostava
che ne ignorasse distanza e indifferenza
e fosse cosa mia doppiamente intrecciata
costa di giunco e aria, cesta per acqua
forma che la mano conosce
e che la storia medita quando – così di rado
per questo raramente sacra – salva un bambino dal suo Nilo.
Così a volte fanno canestri i
pazzi
per il silenzio – credo – che sale dagli spazi
per quella paglia
che le dita oscurano
per quel nodo terreno di aria e di materia.
Antonella Anedda
da Notti di pace occidentale
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