che scendete dai letti muschiosi
di vergini sassi, riempiendo di luci
il verde dei prati, di cristalli di voci
la valle che è intorno.
Esuberante è la vostra freschezza
son giochi bambini per spargere amore,
son grida di gioia che scaldano il cuore.
Son queste le cose da cui ripartire,
c’è ancora bellezza non intubata,
si rinnova speranza d’un mondo migliore
quando negli occhi gorgheggia un ruscello.
La vita d’un fiume assomiglia alla nostra.
Inizia ruscello da fonte nascosta,
corre veloce assemblando fratelli,
rallenta la corsa quando arriva in pianura,
maturo attraversa città sporcandosi un poco,
anziano quasi si ferma sentendo l’odore del
mare.
Si prepara la fine scegliendo la morte:
lasciarsi assorbire in mille paludi
oppure irruento sopravanzare il sale.
Lorenzo Poggi
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