(La stanza del
fuoco)
Fatta di pietre
ancestrali
levigate perchè
consunte
dal passaggio
degli scarponi,
dei gambali
ferrati,
dall'appoggio
delle zappe e delle vanghe.
Era grande
quella stanza
che accoglieva
a fine giornata
il contadino.
Era odorosa,
sapida del fuoco
insaporito dal
formaggio
da essiccare,
dalla salsiccia
da asciugare,
dal mirto
buttato lì,
all'angolo, per
profumare
l'ambiente
annerito dal fumo,
dalla fiamma
sempre crepitante
nella stagione
fredda.
Quella casa di
ru foggu
raccoglieva lo
spirito,
le ansie, le
passioni,
il lavoro di
quanti la frequentavano.
Era come un
salotto di pensieri,
fatto di quelle
pietre dure
accoglienti e
stimolanti al domani
di sacrifici e
di amore verso quella terra
Gavino Puggioni
da: L'arcobaleno
in giardino
Nessun commento:
Posta un commento