I manifesti di Mucha,
appartenenti alla collezione privata del famoso tennista ceco Ivan Lendl, saranno
ospitati nella Casa Municipale di Praga dando
vita ad un itinerario espositivo che attraversa i tre periodi - quello
parigino, americano e ceco - del lavoro di Mucha con l'arte stampata.
Un percorso che ci racconta Mucha padre di un linguaggio comunicativo originale e innovativo nel nascente mondo della comunicazione pubblicitaria e dell'arte grafica, il suo essere uno dei maggiori esponenti dell'Art Nouveau quando, senza timore di "svilire" l'unicità delle sue opere, "presta" le sue creazioni alle tecniche di stampa della "grande tiratura".
Non ci sono arti maggiori e arti minori e l'arte non è un'esclusiva di pochi.
Così emerge il Mucha che amava allo stesso modo porsi davanti ad un lavoro pubblicitario come ad una grande tela, perchè anche un manifesto, un calendario, un'illustrazione per una scatola di biscotti può tradursi in opera d'arte. L'arte deve irrompere nella vita di tutti i giorni anche attraverso gli oggetti della quotidianità destinati al "grande pubblico".
All'interno delle architetture liberty della Casa Municipale un immenso prato verde (elemento principe dell'allestimento espositivo progettato dallo studio di architettura Olgoj Chorchoj) ospiterà il percorso che espone affissi illustrati, imballaggi per prodotti alimentari e bevande, cartoline, pubblicità e pannelli decorativi.
Un percorso che ci racconta Mucha padre di un linguaggio comunicativo originale e innovativo nel nascente mondo della comunicazione pubblicitaria e dell'arte grafica, il suo essere uno dei maggiori esponenti dell'Art Nouveau quando, senza timore di "svilire" l'unicità delle sue opere, "presta" le sue creazioni alle tecniche di stampa della "grande tiratura".
Non ci sono arti maggiori e arti minori e l'arte non è un'esclusiva di pochi.
Così emerge il Mucha che amava allo stesso modo porsi davanti ad un lavoro pubblicitario come ad una grande tela, perchè anche un manifesto, un calendario, un'illustrazione per una scatola di biscotti può tradursi in opera d'arte. L'arte deve irrompere nella vita di tutti i giorni anche attraverso gli oggetti della quotidianità destinati al "grande pubblico".
All'interno delle architetture liberty della Casa Municipale un immenso prato verde (elemento principe dell'allestimento espositivo progettato dallo studio di architettura Olgoj Chorchoj) ospiterà il percorso che espone affissi illustrati, imballaggi per prodotti alimentari e bevande, cartoline, pubblicità e pannelli decorativi.
Alfons Maria Mucha nasce a Ivančice, in Moravia (una regione dell'odierna Repubblica Ceca, allora facente parte dell'Impero austro-ungarico).
Il suo talento come architetto, art design e hair stylist gli permette di
mantenersi gli studi fino al liceo, che frequenta a Brno(allora capitale
della Moravia), anche se il primo interesse a manifestarsi fin dall'infanzia è
quello per il disegno. In Moravia lavora come pittore decorativo principalmente
per scenografie teatrali; nel 1879 si trasferisce a Vienna, dove lavora
per un'importante compagnia di design teatrale, accrescendo le sue conoscenze
tecniche e artistiche. Quando un incendio distrugge le sue possibilità di
lavoro, nel 1881, ritorna in
Moravia, dove svolge in proprio l'attività di decoratore e di ritrattista. È
allora che il conte Karl Khuen Belasi di Mikulov si interessa al suo lavoro e
lo assume per decorare con degli affreschi i suoi castelli di Emmahof (in
Moravia) e di Gandegg ad Appiano nelTirolo). Il conte è
talmente impressionato dal lavoro di Mucha che decide di sostenerlo
economicamente e grazie a questo sussidio Mucha può iscriversi all'Accademia delle belle arti di
Monaco di Baviera.
Mucha, dopo un periodo di autodidatta, nel
1887, si trasferisce a Parigi, dove continuò i suoi studi presso l'Académie Julian e presso l'Academie Colarossi,
divenendo uno dei più accreditati pittori dell'Art Nouveau, della quale sviluppa la
caratteristica fondamentale, rendendo valido sul piano estetico anche ciò che
appartiene all'uso giornaliero. Nel 1894 viene incaricato
di realizzare un poster per pubblicizzare Gismonda, un'opera teatrale di Victor Sardou con protagonista Sarah Bernhardt, La finezza del disegno convince
Sarah Bernhardt a proporre a Mucha un contratto della durata di 6 anni.
La produzione di Mucha comprende
moltissime opere. Fanno parte della sua copiosa produzione pannelli decorativi,
cartelloni pubblicitari, manifesti teatrali (particolarmente importanti quelli
per le recite della grande attrice Sarah Bernhardt, fra i quali la litografia per la Dame
aux camelias), copertine per riviste, calendari, illustrazioni librarie e
così via. Ogni immagine è condotta in maniera estremamente raffinata: una linea
nitida delimita tutte le sue figure -quasi sempre femminili (forse per la
maggior eleganza delle loro forme)-, qualunque sia la posa che esse assumono. I
lavori di Mucha spesso raffigurano giovani donne in abiti dal taglio
neoclassico, circondate da motivi floreali che formano cornici geometriche
attorno alla figura. Il suo stile venne subito imitato, nell'arte e nella
pubblicità, con esiti raramente all'altezza dell'originale.
Mucha vive negli Stati Uniti d'America dal 1906 al 1910, quindi ritorna
in Europa e si stabilisce a Praga. Cura le decorazioni del Teatro delle Belle
Arti e di altri importanti palazzi praghesi. Quando la Cecoslovacchia, dopo
laPrima guerra mondiale,
ottiene l'indipendenza Mucha disegna francobolli, banconote e altri documenti
governativi per la neonata nazione.
Per molti anni si dedica al completamento
di quello che è considerato il suo capolavoro, l'Epopea slava, una serie di grandi dipinti che
descrivono la storia del popolo slavo. L'Epopea Slava viene completata e
presentata a Praga nel 1928.
Già ai tempi della sua morte lo stile di
Mucha era considerato superato e datato; tuttavia, negli anni sessanta, tornò
di moda, tanto che molti famosi illustratori (come ad esempio Bob Masse), anche in
tempi più recenti, riportarono in auge tutti gli elementi tipici del suo
disegno, quali cornici floreali, figure geometriche e figure con abiti
classici.
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