con le fondamenta scavate nel fango.
Al piano attico ospiterei chi s’inventò il G8 alla Maddalena,
i suoi soci, le loro famiglie, e gli amici degli amici,
quelli che si succhiarono 330 milioni dalle mammelle dell’isola
eressero due cattedrali incompiute nell’arcipelago,
inquinarono il mare, e senza creare un solo posto di lavoro,
si precipitarono dietro a un altro disastro naturale, un terremoto,
lasciando il centro dell’Aquila in macerie, in compenso
inventandosi un’Aquila 2 di becere villette,
per terremotare pure il paesaggio e pavoneggiarsi in tv.
Vorrei costruire un grattacielo in Sardegna, nel letto di un fiume,
con le fondamenta scavate nel fango.
A pianoterra, nei garage e nei sotterranei, gratis ospiterei
tutti i continentali e i loro complici, gli amministratori locali,
che dall’Aga Khan in poi, in soli cinquant’anni esatti,
hanno violentato l’anima di un’isola millenaria, rifilandole
il loro sogno mediocre da arricchiti: costruire
un’enorme Jacuzzi al centro del Mediterraneo.
Nei piani di mezzo, infine, inviterei tutti quei sardi
che pur di ottenere l’agibilità di una cantina, e potersi affittare
un’altra bara con bagno, hanno tradito i boschi, il mare e il vento.
Vorrei costruire un grattacielo in Sardegna, nel letto di un fiume,
con le fondamenta scavate nel fango.
Vorrei sedermi in cima a un monte, aspettando che piova.
Dal blog di Diego Cugia
Di grande impatto emotivo. Una verità che fa male. Mi associo.
RispondiEliminaGraziella
Molto bella veramente..
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