Giovanni Paolo II non
c'è più. Ci ha lasciato nel suo silenzio, nel suo dolore di Uomo,
malato,aggredito ma non sconfitto.
Chi gli voleva bene l'ha
sempre seguito. Soprattutto i giovani i quali, in questa triste occasione, si
sono globalizzati, a dirla coi tempi moderni, in un rincorrersi volontario di
presenze e di preghiere, che sanno di straordinario.
Straordinario come era
Lui, nei suoi gesti, affaticati e affascinanti, nella sua pacata ma ferma
comunicazione, rivolta a tutti, compresi quei potenti che di uomini ne hanno
fatto morire e ammazzare per un ideale che, di certo, non era quello che a Lui
apparteneva.
Il suo cammino, ancora
prima di arrivare al Soglio di Pietro, era già tracciato nel segno del rispetto
e dell'amore verso l'Uomo, abitante del mondo, quell'Uomo la cui dignità doveva
per forza primeggiare in tutte le sue predicazioni, seguite da milioni di
persone, ovunque.
Ora non c'è più. Ora,
forse, siamo un po' più soli, ma non abbandonati se pensiamo, e dovremmo
ricordare, alla grande eredità che ci ha lasciato e che dovremmo sfruttare
perché colma di insegnamenti, di amore verso il prossimo, di rispetto, oltre
che dell'Uomo, anche della Natura, senza la quale lo stesso non vivrebbe.
Ora Lui non c'è più ma
fra poco ci sarà un altro Papa, un altro Santo Padre.
Molti, moltissimi e non
solo cristiani, si staranno chiedendo -
come sarà il nuovo Papa? inteso come Uomo, come Guida Spirituale, come
carisma?
E il nuovo Papa
continuerà a calpestare quelle strade già così felicemente aperte da chi l'ha
preceduto?
Sono domande dominanti e
pressanti, che possono giungere anche da quei paesi dove altre religioni sono
professate e per le quali il vecchio Papa aveva speso i giorni dell'intero suo
Pontificato.
Sono domande che possono
diventare un Rosario di fiori da far sbocciare, oppure un Rosario di spine, se
l'odio, l'indifferenza, la sopraffazione continueranno a farla da padrone.
Ma la parola “oppure”
deve essere cancellata, perché troppo, fino ad oggi, si é sofferto per le
guerre, quelle passate e presenti, quelle annunciate e preparate, quelle
nascoste o messe in sordina o dimenticate.
E perché le guerre per
la fame, per la miseria, per i poveri del terzo e quarto mondo, per le malattie
non si sono mai fatte? Perché i soliti potenti non le hanno mai volute, proprio
perché prive di tornaconto nazionale o nazionalistico.
Il futuro Papa, nei
nostri pensieri, dovrà essere un continuatore di quella “politica” mistica e
allo stesso tempo penetrante di Giovanni Paolo II, facendo allargare ancora di
più quelle porte, sì da farvi entrare tutti coloro, sparsi nei due emisferi,
che da troppi anni attendono quell'ingresso, in un mondo che dia loro normale
ed uguale giustizia e dignità
rispetto ai paesi cosi detti ricchi.
Uguali diritti umani,
negati a tanti popoli, mai fatti rispettare, mai imposti per legge, nonostante
si stia vivendo nel terzo millennio, pieno soltanto di buoni propositi dettati
da altrettante umili speranze.
Gavino Puggioni
Da Nel silenzio dei rumori
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