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Ci sono al mondo esseri superflui,
creature in più, aggiunte senza peso.
(Assenti dagli elenchi e dai prontuari,
inquilini dei pozzi più neri)
Ci sono al mondo esseri cavi, esseri presi
a spinte, muti; letame
e chiodo per gli strascichi di seta.
Ripugnano anche al fango delle ruote.
Ci sono al mondo diafani, invisibili;
(screziati dal marchio della lebbra!)
Ci sono Giobbe che potrebbero invidiare
Giobbe...ma ai poeti, a noi poeti,
noi paria e pari a Dio -
è dato, straripando dalle rive,
rotti gli argini, rubare
anche le vergini agli déi.
22 aprile 1923
Marina Cvetaeva
da Dopo la Russia, a cura di Serena Vitale
Mondadori 1988, Milano
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