Parole stampate
su strisce di carta bianca,
serpenti di
folla,
adunate di
giovani e adulti
da tutte le
latitudini
per pregare e
socializzare
in questa parte
di mondo
ove la guerra
non é ma si sente.
Abbraccio di
sentimenti,
calvario di
pianto,
di dolori
rinnovati
quasi obbligati
e puntuali,
per queste
nostre generazioni
passate e
presenti e, ahimè, future!
Aspettando
l'alba di un
giorno di pace
per seppellire
i corpi innocenti
e i ricordi di
gente che non é più.
Aspettando
l'alba di un
giorno lontano,
tramonto di
mille civiltà
l'una contro
l'altra armata,
nel nome e per
conto di un solo Dio
che non hanno
voluto o saputo amare.
Aspettando
da quando siamo
in vita
la civiltà del
cuore e del pensiero.
Aspettando
invano che il
potente sia meno potente,
che il debole
sia meno debole.
Aspettando
che i bambini
siano il futuro del nostro mondo
li ammazziamo
e non solo con
le bombe,
ma con tutte le
altre armi
che la moderna
civiltà ci ha regalato.
Aspettando
quei bambini
che sono morti
di fame e di sete,
di malattie e
sopraffazioni indicibili.
Aspettando
quei che non
ritorneranno
alle case
distrutte, ai loro genitori ammazzati,
inutilmente.
Quei bambini,
che non sanno
di essere bambini,
sanno solo di
essere oggetti,
di far parte di
un mondo che corre
dove,
non si sa,
ma di certo in
un baratro infinito,
di miseria e di
abbandono.
Aspettando
che l'odio
diventi amore,
che
l'ingiustizia diventi giustizia,
che non
esistano più
i terzi e i
quarti mondi,
che il nord dei
ricchi si mescoli al sud dei poveri,
diseredati e
senza terra da calpestare,
aspettando,
noi siamo
diventati vecchi,
quasi
colpevoli, perchè non abbiamo urlato
le disgrazie
del nostro tempo.
Noi
abbiamo
soltanto aspettato!
Il cinque di
settembre del 2004. Dalla Piana di Montorso – Loreto -
2° classiificata al Premio Letterario Nazionale CI FA - ong for children
"Aiutare i bambini CI FA bene" Torino 2007 - Antologia del Premio
Nessun commento:
Posta un commento