Di Danila Oppio
Gaza sotto le bombe ha bisogno della nostra mobilitazione
Il sindacato degli studenti palestinesi GUPS chiama ad una manifestazione oggi, 17 novembre a quest'ora, a Place de l'Opéra.
Non possiamo restare indifferenti alla sofferenza di questo popolo bombardato nell'indifferenza dei democratici e dell'ONU.
Fate girare questa informazione e uniamoci numerosi per denunciare questi assurdi bombardamenti.
Scrive il giornalista e scrittore americano Noam Chomsky di ritorno da Gaza, dove si trovava dal 25 al 30 ottobre scorso, descrivendo le sue impressioni ed analizzando la situazione:
"E ancora dei bambini, delle donne e degli anziani che saranno vittime di questi crimini che rimangono impuniti. Vergogna a tutte le democrazie che girano i loro sguardi in direzione della Siria nel frangente in cui il popolo palestinese crepa sotto le bombe d'uno stato razzista che pratica l'hapartheid! Come una sola notte in prigione è sufficiente a dare un'idea di cosa vuol dire trovarsi sotto il controllo assoluto della stessa forza esterna. E basta appena più di un giorno a Gaza per cominciare A comprendere quello che deve assomigliare al tentare di sopravvivere nella più grande prigione all'aperto del mondo, dove un milione e mezzo di persone, nella regione più densamente popolata del mondo, sono costantemente sottomesse al terrore generale, spesso selvaggio e a punizioni arbitrarie che altro non servono se non allo scopo di umiliare e avvilire, così da rendere le speranze palestinesi, in un avvenire decente, aleatorie e che sia ridotto a zero il sostegno mondiale favorevole a un accordo diplomatico atto ad accordare i giusti diritti".
Non aggiungo commenti perché desidero rimanere il più neutrale possibile.
Penso alla Storia dell'umanità: alle invasioni barbare, a quelle dei conquistatori nelle varie ere in cui l'uomo ha cominciato a farla da padrone. Solo qualche esempio: l'Impero ottomano, l'Impero di Carlo Magno, il dominio della Magna Grecia piuttosto di quello dell'Antica Roma. L'Impero Asburgico e quello Napoleonico, le colonie britanniche, la conquista dell'America...inutile andare avanti...tutta la storia parla di guerre dichiarate da forti potenze contro popolazioni inermi.
Le civiltà precolombiane distrutte, i nativi americani relegati in riserve, ed ora...il popolo palestinese prima cacciato dalla propria terra e isolato in ghetti, molto simili a quelli che gli stessi ebrei subirono durante il nazismo.
Mi chiedo: la Storia non ha insegnato proprio nulla? L'uomo rimane sempre quell'animale che cacciava, come ai tempi delle caverne? Mors tua, vita mea?
Ma quando impareremo a convivere tra noi, anche se appartenenti a religioni diverse, a etnie differenti, senza discriminazioni di razza, colore della pelle, o a culture diverse?
Quando finalmente comprenderemo che questo globo su cui trascorriamo una vita che, paragonata ai millenni della storia umana, ha la sola durata di uno zolfanello, appartiene a tutti noi indistintamente, e che tutti abbiamo gli stessi diritti di sopravvivenza? A che serve farsi guerra, uccidere ed essere uccisi, tanto presto o tardi moriamo tutti comunque? e nel frattempo? Distruggiamo non solo gli esseri umani, ma l'ambiente naturale, le opere architettoniche e artistiche e quant'altro. Ai nostri figli, ai nostri nipoti lasceremo le macerie di una civiltà in-civile, erediteranno lo spirito di distruzione, il veleno dell'odio, l'arroganza e la presunzione, l'egoismo e la crudeltà..tutto quello che avremo seminato, loro raccoglieranno, e non saranno frutti gustosi, ma aspri e indigesti.
Vogliamo questo per loro, e per noi?
Non parteggio per nessuno, che a ragione o torto i due contendenti lottino tra loro a me non importa...importa la pace nel mondo. Importa che qualcuno finalmente venga illuminato dall'unica verità: il Pianeta è di tutti gli uomini e tutti hanno il sacrosanto diritto di viverci in pace, libertà e sicurezza. Basta con le guerre, basta con le armi. Impiegate le forze economiche spese per le guerre, in altro modo, per esempio aiutando le popolazioni stremate dalla fame e dalle malattie. Date loro la possibilità di una vita vivibile: lavoro sul posto, aprite attività lavorative dove non ci sono, offrite cure mediche e quant'altro, non come carità pelosa ma come un diritto assoluto che l'occidente ha già fatto suo.
Quanta verità, quanta tristezza, quante lacrime.
RispondiEliminaE ancora quanta paura per tutte quelle creature
asserragliate da una vita che non è la loro!
Grazie Danila
Gavino