è scabro il mio petto, come gli angeli aguzzi che spronano al perdono
mai avrà corpo la roccia che s'espande tra le gambe
mai avrà corpo la croce natami in viso
per il perdono tuo, ch'è mio, per i tuoi occhi
per tutto quello ch'è caduto, lecito e illecito ai miei piedi
ci costruirò trecce di cordoglio per ovviare al martirio
per ovviare la stirpe d'abbandono dei nostri corpi
la nostra indissolubile stoltezza di carne
lasciata a macerare, nel nostro cielo di terra.
Alessia D'Errigo
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