Hanno le
spiagge dell'infinito
delle eterne
mutazioni
hanno le
pianure sconosciute
dove cavalieri
erranti
percorrono le
vie del cielo
e non lasciano
traccia
Le nuvole non
hanno lacrime
perché la terra
è già bagnata dalle proprie
che sono,
qualche volta, anche di gioia
quando un
bambino nasce, sopravvive
e riesce a
vivere
Ma non gridano
al miracolo
Grigie,
bianche, di fumo, sovrapposte
ed incrociate
in un disegno catartico,
movimento di
movimenti ispirati
e creati
dall'amico vento,
le nuvole non
hanno lacrime
perché non
hanno il tempo per piangere o per gioire.
Corrono,
s'adunano e scompaiono
mentre l'occhio
umano s'adombra
e ne segue,
altalenanti, le immagini.
Caleidoscopio
di pensieri che avvincono,
vaganti nei
sentieri del nulla
dove tutto si
può guardare, senza vedere.
Le lacrime non
appartengono alle nuvole.
Sono della
terra,
nella terra che
noi calpestiamo
orme inzuppate
di dolore, di attesa, di morte,
prive di
sentimento,
piene di odio e
di indifferenza.
Le nuvole ascoltano
pure i lamenti terreni,
li trasportano,
li mischiano, li nascondono
li vomitano,
poi, a mo' di pioggia o di tempesta
ma nessuno se
n'avvede, per paura, per ignominia,
in una vita
spesa, a volte, nel male, in questo mondo
dove pare
germoglino tanti, troppi fiori finti.
Le nuvole non
hanno lacrime,
non le cercano,
non le creano.
di queste
nuvole anche noi viviamo
e, dopo, noi
sogniamo, respiriamo, dormiamo
ed amiamo ma
non ci guardiamo
perché i nostri
occhi piangono
Poesia premiata
con menzione particolare al XXVI° Premio Internazionale di Poesia Nosside, di Reggio
Calabria, nell'edizione del 2010.
La stessa
poesia forma il titolo della mia più recente silloge pubblicata da “Il foglio
letterario”
di Piombino
Gavino Puggioni
Mi è rimasta nel cuore.
RispondiEliminaStupenda!
Graziella