Una sera di fine dicembre. La nebbia sale dalla valle e si confonde col fumo lento delle case.
E' una lentezza pacata che si distende sulle fatiche ultimate degli uomini; è una carezza un premio.
Cominciano le veglie nelle case, che sono tutte una lunga veglia di Natale.
La natura è spenta e la terra svapora in un elemento confuso e primitivo.
I suoni sono spogliati e si perdono in un'aria vuota dove sembrano morire.
S'odono voci di bimbi, versi di tacchini (i lieti animali del Ceppo), campane che si sciolgono una dopo l'altra, come lo snodarsi d'una catena sonora.
Ma tutti i suoni sono esteriori: ché nulla viene dalla terra, ormai ridotta a un'ombra vagante. La crosta della terra è sterile, l'erba invetrita, l'acqua ghiacciata.
E il cielo è lontano e distaccato.
Nulla più geme, dubita, lotta, sospira. E' la stagione delle fredde certezze.
C'è una netta divisione: la casa e fuori. La casa è la vita; tutta la vita presente, tutti i germi della vita futura si sono raccolti in casa.
Le pine e la legna nel caminetto prendono importanza, sembrano le uniche pine e le uniche legna rimaste al mondo, e servono a mantenere nella casa la vita.
Chi le avrebbe notate le pine perdute tra i cespugli del bosco prima che le raccattassero i ragazzi e le mettessero in un corbello per portarle a casa col vischio e il pungitopo? E quegli enormi tronchi di legno dove il fuoco scava archi e volte e gallerie a spirale, non erano che ramoscelli secchi
d'una pianta perduta fra molte altre. E quelle provviste di mele e di castagne, di conserve e di farine (considerate un giorno miseri raccolti) ora riempiono la casa d'opulenza e di conforto.
Fuori, tutto è diventato a un tratto lontano, freddo.
Da questo contrasto fra l'umana intimità della casa e la solenne purezza d'una notte in cui tutto ciò che è piccola e confusa voce terrestre è rimasto fulminato e ammutolito dall'ordine assoluto, è nata e venuta a noi la poesia del Presepio. Dentro, l'alito caldo d'un bue, fuori, freddezza di stelle e mistici canti celesti.
Con acuta sensibilità lo scrittore ha saputo cogliere la particolare atmosfera che avvolge uomini e cose in una notte fredda sera di dicembre.
Realistico il contrasto tra i due mondi: quello esterno e quello intimo della casa.
Tanto inerte, staccato e freddo appare il primo, quanto dolce, caldo ed accogliente il secondo.
L'umanità si è riunita intorno alla fiamma del focolare, per godere le gioie semplici e pure degli affetti domestici, mentre le umili cose rimaste quasi inosservate durante il periodo estivo, assumono ora importanza e divengono utili.
Bino Sanminiatelli (Firenze, 1896 - Greve in Chianti, 1984) è stato un produttore di vini "prestato", come diceva lui, "alla letteratura". Le sue opere sono impregnate di un forte lirismo autobiografico e molto legate alla sua terra, la Toscana, dalla quale si è staccato raramente per compiere alcuni viaggi, le cui note sono confluite nei suoi pregevolissimi diari e in alcuni saggi, dove ha dato prova di un raro rigore documentario. Fu anche noto per la sua attività di disegnatore.
Perché ho scelto questo autore? Perché ho incontrato, anche se una sola volta, il conte Bino, a casa di sua figlia, dove mia zia Maria svolgeva la mansione di educatrice delle sue nipotine. Se Elena Alessandra ricorda la sua tata, ne sarei felice, poiché zia Maria non è più tra noi da molto tempo.
Ma vorrei aggiungere qualcosa di interessante, per quanto riguarda il suo casato.
Tra le belle tenute e ville nel Chianti, si è sempre particolarmente distinta quella di Vignamaggio, sulla strada comunale da Greve in Chianti su verso Lamole. E' una delle più belle classiche ville rinascimentali costruite in Toscana, in stile semplice ed estremamente raffinato alle stesso tempo, di proporzioni perfette e di grandissimo equilibrio architettonico. C'è un bel parco, di non grandi dimensioni, ma folto ed ombroso, ai quali si aggiungono dei bei prati all'inglese ed un giardino all'italiana.
Vignamaggio fu costruita dalla famiglia Gherardini, alla quale apparteneva la famosa "Monna Lisa" del quadro di Leonardo da Vinci oggi al Louvre di Parigi. Questa signora vi abitò anche per qualche tempo! Dopo i Gherardini la villa fu proprietà di diverse illustri famiglie toscane, fino a che divenne proprietà, e tale rimase fino a qualche tempo fa, della famiglia dei Conti Sanminiatelli, che ne fecero la loro residenza: fu acquistata dalla consorte del celebre scrittore Bino Sanminiatelli, la Principessa Elena di Castelbarco Albani (gli Albani ebbero un Papa nel XVIII secolo, Clemente XI). Bino ed Elena Sanminiatelli fecero della villa di Vignamaggio per molti anni una delle residenze più note, ospitali ed eleganti, ad altissimo livello culturale, sociale e mondano. Vi hanno ricevuto Sovrani e Principi Reali di diverse nazionalità, personaggi illustri nella letteratura e in tutte le arti, nella cultura nazionale ed internazionale; uomini politici di ogni Paese e colore. Questa celebrità e la grande bellezza di Vignamaggio indussero Kenneth Branagh a scegliere questa villa per girarvi tutto il suo celebre film tratto da Shakespeare "Much Ado About Nothing" (Molto Rumore Per Nulla) che ebbe un grande successo internazionale. Negli anni '80 la famiglia si trasferisce a Il Luco.
Vignamaggio fu costruita dalla famiglia Gherardini, alla quale apparteneva la famosa "Monna Lisa" del quadro di Leonardo da Vinci oggi al Louvre di Parigi. Questa signora vi abitò anche per qualche tempo! Dopo i Gherardini la villa fu proprietà di diverse illustri famiglie toscane, fino a che divenne proprietà, e tale rimase fino a qualche tempo fa, della famiglia dei Conti Sanminiatelli, che ne fecero la loro residenza: fu acquistata dalla consorte del celebre scrittore Bino Sanminiatelli, la Principessa Elena di Castelbarco Albani (gli Albani ebbero un Papa nel XVIII secolo, Clemente XI). Bino ed Elena Sanminiatelli fecero della villa di Vignamaggio per molti anni una delle residenze più note, ospitali ed eleganti, ad altissimo livello culturale, sociale e mondano. Vi hanno ricevuto Sovrani e Principi Reali di diverse nazionalità, personaggi illustri nella letteratura e in tutte le arti, nella cultura nazionale ed internazionale; uomini politici di ogni Paese e colore. Questa celebrità e la grande bellezza di Vignamaggio indussero Kenneth Branagh a scegliere questa villa per girarvi tutto il suo celebre film tratto da Shakespeare "Much Ado About Nothing" (Molto Rumore Per Nulla) che ebbe un grande successo internazionale. Negli anni '80 la famiglia si trasferisce a Il Luco.
A cura di Danila Oppio
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